L’ESPRESSIONISMO

HENRI MATISSE

(1869-1954)

la forza del colore

Artista tra i più noti delle avanguardie di primo Novecento, Matisse elabora una pittura fatta di linee delicate, toni fiabeschi e musicali e colori carichi di emozioni.

UN ESPONENTE DI PUNTA DEI FAUVES

Nato a Le Cateau-Cambrésis, una città della Francia del Nord, Henri Matisse si forma a Parigi. Qui lavora a opere di ispirazione impressionista, ma rimane colpito anche dalle tele di Gauguin (p. 416) e di Van Gogh (p. 417), con i quali condivide l’interesse per l’arte giapponese.

La sua pittura arriva nel 1905 a una svolta: Matisse e altri giovani artisti partecipano quell’anno al Salon d’Automne di Parigi, dove presentano opere dai colori così forti e violenti che la critica li definisce fauves (“belve”).

Il nuovo stile si contraddistingue per la scelta di forme semplificate e senza volume, per un colore energico, vivace e vibrante e per pennellate dense di materia.

UN COLORE DOMINANTE: IL ROSSO

I tratti tipici dell’arte di Matisse e dei fauves emergono pienamente nell’opera  La stanza rossa.

Al centro di una stanza (rossa appunto!) si trova un grande tavolo con sopra due bottiglie, alcuni frutti e un’alzata con dei fiori. Sulla destra, una donna sistema una fruttiera, mentre sul lato opposto è una sedia impagliata. La parete, percorsa da sinuosi arabeschi blu che ricordano l’arte orientale, è interrotta da una finestra che si apre su un paesaggio (o è un dipinto?) punteggiato da fiori gialli, dalle chiome bianche di alberelli e da una casetta rosa che si staglia su un cielo blu.

L’artista abbandona completamente la prospettiva, a favore di figure piatte e bidimensionali che creano uno spazio non reale, ma di sogno.

Storie della Storia dell’arte - volume B
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi