Le opere di Rodin sono percorse da una luce vibrante grazie ai contrasti tra pieni e vuoti, e testimoniano l’abilità tecnica ed espressiva di questo artista, padre della scultura moderna.
LA SCULTURA DEL SECONDO OTTOCENTO
AUGUSTE RODIN
(1840-1917)
l’espressività del corpo umano
SPERIMENTAZIONE E VARIETà DI MATERIALI
Nonostante l’iniziale opposizione paterna, il parigino Rodin si dedica allo studio dell’arte, alternando le lezioni nelle scuole tradizionali con le visite al museo del Louvre per copiare i maestri del passato.
A trentasei anni compie un viaggio in Italia: qui ammira la monumentalità e il non finito di Michelangelo (p. 274).
Rientrato in Francia, si dedica a grandi opere, che vengono accusate dalla critica di essere troppo realistiche, addirittura modellate da calchi dal vivo!
Rodin utilizza tutti i materiali: dall’argilla al gesso, dal marmo al bronzo, che a volte alterna nella raffigurazione dello stesso soggetto.
IL CONFRONTO CON MICHELANGELO
▶ Il pensatore, fuso nel 1904 in proporzioni monumentali, rappresenta un uomo qualunque tormentato dai suoi pensieri. La figura, nuda e seduta, ha un atteggiamento riflessivo: il corpo è ripiegato su sé stesso, lo sguardo è rivolto verso il basso e il mento è abbandonato sulla mano. Il gomito destro, appoggiato alla gamba opposta, imprime una leggera torsione al corpo. La nudità ne esalta la dimensione eroica.
Il movimento della figura, la posizione seduta e la potenza anatomica richiamano la statua di Lorenzo duca d’Urbino, ritratto ideale del giovane rampollo di casa Medici eseguito da Michelangelo per la tomba medicea nella Sagrestia Nuova di San Lorenzo a Firenze.
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi