IL REALISMO

GUSTAVE COURBET

(1819-1877)

il racconto del mondo degli umili

Courbet ha saputo fondere arte e vita. Grazie alle sue idee rivoluzionarie diventa il massimo esponente del Realismo, inseguendo l’autentica rappresentazione della realtà.

UN PITTORE SOVVERSIVO

Gustave Courbet nasce a Ornans, in Francia. Come pittore, è quasi un autodidatta: impara molto dall’osservazione e, solo quando nel 1840 si trasferisce a Parigi, può finalmente frequentare il Louvre e ammirare i maestri olandesi e fiamminghi, dai quali apprende la resa della luce.

È un artista che non ha paura di andare controcorrente: usa tele di grande formato, tradizionalmente destinate ai temi storici, per raccontare con crudezza soggetti popolari. Nel 1855 allestisce il Padiglione del Realismo, per esporre le sue opere rifiutate all’Esposizione universale: è l’atto che segna la nascita ufficiale del Realismo.

UN TRISTE EVENTO PRIVATO

La prima tela di formato monumentale che Courbet realizza è  Funerale a Ornans, una scena di vita quotidiana popolare ambientata nel suo paese natale.

Le figure sono rappresentate a grandezza naturale, questo conferisce loro una solennità fino ad allora concessa solo agli eroi della Storia e del mito o ai santi.

Oltre quaranta persone partecipano al funerale, divise in tre gruppi: a sinistra i religiosi, con il prete e gli aiutanti che trasportano la bara, al centro gli uomini e, sulla destra, le donne.

Unica presenza non umana è il cane in primo piano, raffigurato per sottolineare la dimensione domestica dell’evento.

Le fisionomie, così ben curate e caratterizzate, lasciano supporre che Courbet abbia inserito tra la folla i ritratti di alcuni suoi familiari e cittadini di Ornans.

Il dolore è contenuto e rassegnato, tranne che per quanti non riescono a trattenere le lacrime e si coprono il volto col fazzoletto bianco. La tristezza dell’evento è accentuata dalla predominanza di toni scuri e dal paesaggio sullo sfondo, spoglio e desolato.

Le figure sono disposte intorno alla fossa scavata a terra, a lato della quale si intravede un teschio, simbolo di mortalità e di precarietà dell’esistenza.

Storie della Storia dell’arte - volume B
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi