Esponente del Realismo, Millet si interessa alla vita dei lavoratori più poveri, che ritrae impegnati in attività quotidiane.
IL REALISMO
JEAN-FRANÇOIS MILLET
(1814-1875)
la solennità del mondo rurale
L’ARTISTA CONTADINO
Figlio di ricchi agricoltori della Normandia, Millet si avvicina alla pittura ormai ventenne. Grazie a una borsa di studio, si reca a Parigi, dove affina la sua tecnica e ha modo di ammirare i capolavori del Louvre. Impressionato dalle disparità sociali della capitale, divenute più evidenti con lo sviluppo dell’economia industriale, Millet si trasferisce a Barbizon, nella campagna francese, dove resta sino alla morte.
Il cuore della sua arte è il mondo contadino, in cui i lavoratori della terra, anche se umili e vinti dalla fatica, assumono una dimensione quasi eroica e monumentale. La vita rurale è per l’artista l’unica alternativa possibile alla condizione inumana della città.
LA DIGNITÀ DEL LAVORO NEI CAMPI
Nel 1857 Millet presenta al Salon di Parigi ▶ Le spigolatrici, un dipinto che il pubblico non accoglie favorevolmente, urtato dalla descrizione troppo sincera della povertà.
In una campagna illuminata dalla luce del tardo pomeriggio, tre donne sono chine sulla terra, intente a “spigolare”, ovvero a raccogliere le poche spighe rimaste dopo la mietitura: un diritto che spettava ai più poveri e che garantiva loro un minimo sostentamento. Il magro bottino che le spigolatrici stringono tra le mani è nulla se paragonato all’abbondanza del raccolto che si scorge alle loro spalle, diviso in covoni e fasci o già caricato su un carro: in lontananza, infatti, il grano è al centro delle attività di un gran numero di braccianti, affaccendati sotto l’occhio attento del sorvegliante a cavallo.
In netto contrasto, le tre donne sono sole e silenziose, completamente concentrate nella loro attività umile e faticosa. L’ultima luce della giornata avvolge le loro figure, accentuando i volumi dei corpi e i colori dei semplici indumenti che indossano, mentre sullo sfondo l’aria si fa più rarefatta e l’atmosfera più soffusa.
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi