IL PREROMANTICISMO

FRANCISCO GOYA

(1746-1828)

uno sguardo dentro l’uomo e la Storia

Vissuto a cavallo di due secoli, con la sua arte Goya anticipa temi della pittura del primo Ottocento, dando voce ai drammi della società contemporanea e all’inquietudine dell’animo umano.

UN PITTORE VISIONARIO

Figlio di un decoratore, Goya si forma nella provincia spagnola ma intorno ai trent’anni inizia a farsi notare nei circoli aristocratici di Madrid, fino a diventare pittore di corte del re. Nel 1792 una grave malattia lo lascia sordo e provoca in lui un cambiamento di stile, spingendolo a indagare il mondo del sogno e dell’incubo. Sensibile agli sconvolgimenti politici in Spagna (prima l’invasione napoleonica, poi la Guerra d’indipendenza e infine il ritorno della monarchia dei Borboni), Goya denuncia nelle sue opere la brutalità del potere. Questa visione cupa del mondo lo abbandona solo nel 1824, quando si stabilisce in Francia, dove morirà.

UN EPISODIO DRAMMATICO

Nel 1814, alla fine del dominio napoleonico in Spagna, Goya decide di immortalare l’eroismo dei suoi concittadini insorti contro Napoleone e tristemente uccisi dall’esercito francese.

Nasce così  Le fucilazioni del 3 maggio 1808, un’opera di grande forza espressiva.

In una notte rischiarata solamente dalla luce di una enorme lanterna appoggiata a terra, un giovane patriota si offre alla furia del plotone d’esecuzione, schierato davanti a lui. La sua camicia, di un bianco abbagliante, cattura immediatamente la nostra attenzione, così come il gesto disperato delle sue braccia.

Intorno a lui il dramma di chi giace, già morto, tra le ampie chiazze di sangue, e di chi, spaventato, si copre il volto con le mani.

Privati di qualsiasi umanità sono invece i soldati francesi, sulla destra, con i fucili spianati e i visi indistinguibili.

Storie della Storia dell’arte - volume B
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi