IL NEOCLASSICISMO

JACQUES-LOUIS DAVID

(1748-1825)

il pittore della Rivoluzione

Protagonista del Neoclassicismo, concepisce i suoi dipinti come mezzo perfetto per dare voce agli ideali politici che scuotono la società del tempo e per esaltare i valori più nobili dell’uomo.

TRA ARTE E POLITICA

Nato a Parigi, Jacques-Louis David riceve una solida formazione umanistica e nel disegno. Nel 1775 vince il Prix de Rome, una borsa di studio per gli studenti d’arte più meritevoli, grazie alla quale trascorre alcuni anni a Roma.

Qui subisce il fascino delle opere dei maestri italiani del Cinquecento e del Seicento, così come della scultura antica, di cui ammira non solo l’estetica ma anche i contenuti civili.

Rientrato in patria, si dedica a composizioni di soggetto storico, ispirate al mito, alla storia romana e all’attualità, ottenendo ampi consensi.

Abbraccia gli ideali della Rivoluzione francese e sostiene poi l’ascesa napoleonica, traducendone in pittura i concetti di eroismo e di fermezza morale. Costretto all’esilio in seguito alla caduta di Bonaparte, trascorre gli ultimi anni di vita a Bruxelles.

UN DIPINTO DI PROPAGANDA

Nel 1793 Jean-Paul Marat, giornalista e deputato giacobino, è assassinato da Charlotte Corday mentre è nella vasca da bagno, dove trascorre molte ore per trovare sollievo da una fastidiosa malattia della pelle.

David trasforma la morte del politico in un martirio nella tela  Marat assassinato, attraverso cui sottolinea la semplicità di una vita esclusivamente votata al bene del popolo: l’ambiente spoglio, per esempio, esalta il sacrificio e l’umiltà dell’uomo.

Il corpo di Marat appare di una bellezza idealizzata; la posa richiama quella di una Pietà, con il braccio abbandonato in primo piano e la testa reclinata di lato. In una mano stringe ancora la lettera che gli ha consegnato la sua assassina per farsi ricevere, mentre nell’altra impugna una penna.

Il sangue, colato dalla ferita sul petto, ha tinto di rosso l’acqua, macchiato il telo bianco e l’arma del delitto, il coltello sul pavimento. Sulla cassa di legno, che funge da scrittoio improvvisato, sono ancora appoggiati il calamaio, una seconda penna e i fogli: gli strumenti del mestiere di Marat. Sul fronte, invece, si legge la dedica di David.

Storie della Storia dell’arte - volume B
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi