L’ARTE ci parla di... STORIE NASCOSTE
La nuova Venere di Canova
UN TENTATIVO DISPERATO
La passione di Napoleone per l’arte italiana non sfugge al direttore del museo fiorentino che, prevedendo razzie a seguito della nuova campagna napoleonica in Italia (1800), cerca di sottrarre ai francesi prima del loro arrivo quanti più capolavori possibile, spedendo ben 75 casse di opere d’arte a Palermo, presso la corte amica dei Borbone. In una di esse vi è anche la Venere de’ Medici.
Sforzo inutile, dal momento che nel 1802 la strategia viene scoperta e l’opera segue il destino di tante altre: requisita e trasportata a Parigi, è esposta al Musée Napoléon (cioè il Museo del Louvre).
Una dolorosa perdita per Firenze!
UNA DEGNA SOSTITUTA
Ludovico di Borbone, posto sul trono toscano da Napoleone stesso, commissiona a Canova una nuova statua, simbolicamente chiamata ▶ Venere italica. Lo scultore non si limita a fare una copia dell’originale greco, che ben conosce, ma elabora una nuova Venere: anch’essa pudìca, è colta nel momento in cui esce dall’acqua e copre la sua nudità, ma, a differenza dell’opera antica, si asciuga il corpo con un panno e volge con più decisione la testa di lato, come se un visitatore inopportuno l’avesse sorpresa.
Ironia della sorte, la notorietà di Canova gli assicurerà, qualche anno più tardi, un incarico di grande prestigio: alla caduta di Napoleone, nel 1815, papa Pio VII lo manderà a Parigi a reclamare la restituzione dei tesori rubati in Italia. Un compito che svolgerà così bene che i francesi lo chiameranno monsieur l’emballeur, il “signor imballatore”. È anche grazie alla sua mediazione che la Venere de’ Medici nel 1816 torna a Firenze.
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi