IL RINASCIMENTO MATURO

ANDREA PALLADIO

(1508-1580)

l’architetto della nobiltà veneta

Palladio fonde i modelli dell’antichità con le nuove tendenze del suo tempo, creando edifici che saranno un riferimento di equilibrio ed eleganza per i secoli a venire.

l’incontro con roma

Andrea di Pietro della Gondola, soprannominato Palladio, nasce e si forma a Padova agli inizi del XVI secolo. Si trasferisce presto a Vicenza dove entra in contatto con l’ambiente dell’aristocrazia veneta per la quale lavora a lungo, soprattutto nell’edificazione di ville di campagna.

Grazie a diversi viaggi a Roma, arriva alla maturazione del proprio linguaggio di architetto e comincia a progettare strutture dalle forme classiche che si integrano perfettamente con il paesaggio circostante.

Il successo è immediato: Palladio diventa l’architetto più richiesto e amato fino alla fine dei suoi giorni.

IL RICHIAMO ALLA CLASSICITÀ

Intorno al 1560, Palladio viene chiamato a lavorare a Venezia. L’incarico è importante: deve progettare un nuovo edificio sacro, la  Chiesa di San Giorgio Maggiore.

Con una pianta a croce latina a tre navate e la copertura a cupola, la Chiesa di San Giorgio è l’esempio più rilevante di architettura cinquecentesca di stampo classico.

Il riferimento all’Antico è evidente nella facciata, caratterizzata dalla sovrapposizione di due frontoni triangolari che sembrano quelli dei templi classici. Guarda attentamente: il frontone più basso si estende per tutta la larghezza della facciata, mentre quello più alto sottolinea l’ampiezza della sola navata centrale.

Un effetto davvero scenografico, reso ancora più sorprendente dal contrasto della bianca pietra con il blu delle acque in cui l’edificio si specchia!

 pagina 289 

la fusione di antico e MODERNO

Progettato da Palladio nel 1580, il  Teatro Olimpico di Vicenza è il primo teatro stabile coperto di epoca moderna.

Anche in quest’opera si nota il rimando all’Antico, in particolare al teatro romano (p. 106).

Dal mondo classico derivano l’idea della grande càvea a gradoni che termina, in alto, con un colonnato, l’orchestra davanti al palcoscenico e la maestosa scena architettonica fissa, che chiude lo spazio su cui si muovono gli attori, ricca di decorazioni, statue e rilievi.

Ma oltre a questo, il Teatro Olimpico mostra anche altre grandi novità, come il soffitto piano su cui sono dipinte soffici nuvole rosate in un cielo azzurro.

Anche la forma della càvea è originale, infatti non è semicircolare come nel teatro romano, ma semiellittica (cioè semiovale) per migliorare la visibilità del palcoscenico dai lati. Infine, oltre le tre porte che si aprono sul fondo della scena, si intravedono vari edifici e tre strade. Queste, per l’inclinazione del pavimento e per precisi accorgimenti prospettici, creano l’illusione di una città realmente esistente sullo sfondo. Palladio qui si dimostra abile maestro dell’illusionismo prospettico.

Storie della Storia dell’arte - volume B
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi