LA PITTURA ROMANICA

AFFRESCHI E DIPINTI SU TAVOLA

immagini sacre a tinte vivaci

In epoca romanica la pittura, ancora legata alla tradizione bizantina, è impiegata nella decorazione delle chiese, dove, al pari della scultura, serve a narrare le storie della Bibbia.

Le chiese dipinte

Oggi le basiliche romaniche hanno un aspetto semplice, con pareti spoglie in pietra o intonaco, ma originariamente tutte le murature, comprese le volte e addirittura i rilievi scolpiti, erano decorate da pitture a colori vivaci. Questi dipinti, generalmente realizzati con la tecnica dell’affresco, sono andati quasi completamente perduti nel corso del tempo.

Uno dei pochi esempi rimasti è il ciclo di affreschi della Basilica di Sant’Angelo in Formis presso Capua, in Campania. Negli  Affreschi dell’abside, su fondo azzurro, è raffigurato un grande Cristo benedicente, seduto su un trono decorato con gemme preziose. Questa maestosa figura presenta caratteri ancora legati all’arte bizantina: è rigida, inespressiva, definita con marcate linee di contorno.

Sugli  Affreschi delle pareti, nelle scene che raccontano le storie della Bibbia, è invece impiegato un linguaggio diverso. Osservando  Gesù che guarisce un cieco, un miracolo raccontato nei Vangeli, si possono notare un maggior movimento e una certa vivacità delle figure, anche se rimangono elementi della tradizione, come le guance rosse e le rughe marcate sui volti dei personaggi. Si pensa che questi affreschi siano opera di artisti locali seppur formati da maestranze bizantine.

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La pittura su tavola: il crocifisso

Con la tecnica della tempera su tavola vengono realizzate opere di diverse forme e dimensioni, tra cui grandi croci, alte anche più di tre metri. Su tavole appositamente sagomate, Cristo crocifisso è rappresentato con uno stile rigido, ancora influenzato dall’arte bizantina, come dimostra la grande  Croce 432, conservata agli Uffizi, di cui non conosciamo l’autore.

In quest’opera Gesù è raffigurato vivo con gli occhi aperti a rappresentare il suo trionfo sulla sofferenza e sulla morte: questa tipologia di crocifissi è detta del Cristo trionfante.

Il corpo nudo di Gesù, coperto solo da un panno, il perizòma, che gli cinge i fianchi, è rigido e fisso, definito da linee di contorno molto marcate.

Uno stile diverso, più vivace e naturale, è impiegato nelle piccole scene che, ai lati della croce, raccontano la vita di Cristo.

Il fondo oro, elemento caratteristico delle pitture medievali su tavola, è simbolo della dimensione soprannaturale e divina.

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La pittura a tempera su tavola

Nel XII secolo inizia a diffondersi anche la pittura a tempera su tavola, cioè su un supporto di legno, appositamente rivestito da tela di lino e preparato con vari strati di gesso e colla. La tecnica prende il nome di tempera perché i colori utilizzati sono ottenuti “temperando”, cioè mescolando, pigmenti in polvere (generalmente di origine minerale) con acqua e rosso d’uovo.

Storie della Storia dell’arte - volume B
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Dalle origini a oggi