LEGGI L’OPERA

BENEDETTO ANTELAMI

DEPOSIZIONE

1178, marmo rosa di Verona, 110×230 cm

CHE COS’È

La  Deposizione è una lastra in marmo rosa di Verona, in parte scolpita a bassorilievo e in parte incisa. Rappresenta il momento in cui Cristo morto viene deposto dalla croce.

La lastra oggi è murata nel transetto destro del Duomo di Parma, ma in origine faceva parte di un pulpito collocato nella stessa chiesa.

CHI L’HA REALIZZATA E PERCHÉ

L’opera è firmata e datata. Sul pannello, sopra la scena principale, è incisa una scritta latina la cui traduzione recita: “Nell’anno 1178 nel secondo mese [aprile] uno scultore realizzò [quest’opera]; questo scultore fu Benedetto detto Antelami”, un celebre artista della fine del XII secolo.

COM’È FATTA

Entro una cornice a intrecci vegetali, che segna la parte superiore e le due laterali del pannello, è raffigurato Gesù nel momento in cui viene staccato dalla croce. A deporlo sono i due ebrei Nicodemo e Giuseppe di Arimatea, che invano avevano tentato di difenderlo: il primo è rappresentato su una scala, a sinistra di Cristo, mentre l’altro, sul lato opposto, sorregge il corpo di Gesù, che Maria tiene per mano aiutata dall’arcangelo Gabriele. Seguono la Vergine l’apostolo Giovanni, con le mani strette in un gesto di dolore, e le pie donne.

La piccola figura che si trova tra Nicodemo e Maria rappresenta la Chiesa; sul lato opposto, in maniera analoga, c’è una donna che personifica la Sinagoga (edificio di culto degli ebrei), la cui testa è piegata dall’arcangelo Raffaele per rappresentare come la religione ebraica non abbia riconosciuto in Cristo il Salvatore. Alle spalle della Sinagoga, un centurione guarda il Crocifisso e dietro di lui un gruppetto di uomini osserva quattro soldati che, in primo piano, si giocano le vesti di Gesù ai dadi.

L’opera è un capolavoro di abilità tecnica in cui lo scultore realizza un rilievo che cambia di spessore, da alto a basso, fino ad arrivare all’incisione impiegata nella parte decorativa; qui i solchi sono riempiti con una lega metallica di colore nero.

L’importanza dell’opera è dovuta non solo alla perfetta esecuzione, ma anche alle novità in essa introdotte.

Vi è un nuovo senso dello spazio: la scala è rappresentata in scorcio, il gruppo degli uomini che gioca ai dadi è posto davanti alle altre figure e i piedi di alcuni personaggi sporgono oltre il bordo, come a voler abbattere la distanza tra lo spazio dell’opera e quello dello spettatore. I dettagli sono raffinati e le figure non sono più massicce, ma slanciate; le loro vesti sono ricche di panneggi dalle lunghe pieghe.

Storie della Storia dell’arte - volume B
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi