Il mestiere degli amanuensi…
I monaci amanuensi, seduti al proprio banco nella stessa posizione per ore, scrivono con una penna d’oca, intinta nell’inchiostro scuro, su fogli di pergamena, cioè di pelle di pecora. Una volta rilegati insieme, questi fogli formeranno un volume, chiamato anche codice.
Per non interrompere il loro lavoro, i copisti sono esonerati da alcune preghiere, in modo da sfruttare al massimo le ore di luce; ciononostante, riescono a copiare solo 10 o 12 pagine al giorno.
Quella dell’amanuense è dunque un’attività lunga e faticosa, si deve stare bene attenti a non sbagliare e a non perdere la concentrazione. Per giustificare eventuali dimenticanze o errori, i copisti accusano un piccolo demone, Titivillus, che secondo la credenza si aggira negli scriptoria mormorando e invitando i monaci in chiacchiere oziose.