6 L’imperialismo, un fenomeno complesso
Dal colon
ia
lismo all’imper
ia
lismo
Protagoniste del colonialismo in età moderna erano state le grandi compagnie private, soprattutto inglesi, che detenevano il monopolio del commercio con i territori colonizzati. In seguito alla Prima rivoluzione industriale, l’espansione coloniale si era intensificata, con il duplice scopo di acquistare a basso prezzo materie prime ed esportare nelle colonie i prodotti industriali.
Negli ultimi decenni dell’Ottocento la situazione cambiò: i principali Stati europei puntarono non solo a espandersi economicamente nei territori extraeuropei, ma a instaurare un dominio diretto attraverso conquiste militari e acquisizioni territoriali, creando veri e propri imperi ( carta a p. 84). L’espansione fu facilitata dai progressi della tecnologia, che garantivano agli europei un’assoluta superiorità militare e rendevano più rapidi i collegamenti con territori lontani. Questa nuova fase viene indicata con il termine “imperialismo”.
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- Qual è la differenza tra il colonialismo di età moderna e l’imperialismo di fine Ottocento?
- In che modo le potenze coloniali giustificarono l’imperialismo?
le potenze imper
ia
liste
Gran Bretagna e Francia ebbero il ruolo maggiore nella conquista, creando vasti imperi coloniali. Accanto a loro, acquisirono nuove colonie africane anche Belgio, Portogallo (a partire da quelle conquistate nel XVI secolo), Germania e Italia. La Russia proseguì la sua espansione in Asia fino a scontrarsi con il Giappone.
Fuori dall’Europa, gli Stati Uniti, come abbiamo visto, acquistarono territori a spese della Spagna, potenza coloniale ormai in declino.
La “super
io
rità dell’
uo
mo b
ia
nco”
Mito centrale dell’imperialismo, destinato a durare nel tempo, fu quello della “superiorità dell’uomo bianco”: le potenze coloniali, cioè, avevano il diritto e insieme il dovere di guidare sulla via del progresso i popoli extraeuropei, considerati primitivi. La “missione civilizzatrice” era diretta non solo verso l’Africa, vista come arretrata, e verso l’Asia, con le sue antiche civiltà in decadenza, ma verso tutti quei popoli che non erano ancora maturi per avere delle istituzioni liberali.
La “missione civilizzatrice” dell’uomo bianco: le potenze occidentali giustificavano la loro espansione coloniale con la necessità di portare le popolazioni degli altri continenti, considerate selvagge, sulla strada della civilizzazione.
L’imperialismo
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Questo insieme di idee giustificò lo sfruttamento indiscriminato delle risorse e delle materie prime delle colonie, l’imposizione del lavoro forzato e delle tasse alle popolazioni conquistate, la disparità di trattamento fra bianchi e indigeni.
Gli accordi di spartiz
io
ne dell’Africa
Gli Stati europei, per evitare di scontrarsi per i possedimenti coloniali in Africa, si attennero alla regola concordata nel 1885 alla Conferenza internazionale di Berlino: ogni potenza che si impossessava di una zona costiera aveva il diritto di occupare anche il territorio dell’entroterra; gli altri Stati avrebbero riconosciuto il suo dominio.
Gli accordi per la spartizione portarono a tracciare in Africa dei confini arbitrari, decisi cioè sulla base degli interessi delle potenze straniere senza tener conto della storia di un continente dove convivevano da secoli popolazioni nomadi, grandi imperi indigeni e una moltitudine di etnie e tribù ( carta a p. 85).
Una conq
ui
sta v
io
lenta
I colonizzatori, forti delle loro armi e capaci di sfruttare le discordie esistenti tra le popolazioni indigene, incontrarono quasi sempre una debole opposizione; tuttavia la conquista fu spesso attuata con metodi violenti.
La Germania occupò l’Africa sud-occidentale massacrando la popolazione locale degli Herero. Nel Congo belga, possedimento personale del re Leopoldo del Belgio e poi colonia statale dal 1908, milioni di indigeni morirono per il lavoro forzato a cui furono sottoposti.
Nell’Africa meridionale i boeri, discendenti di coloni olandesi insediatisi in quell’area nel Seicento, si opposero nel 1899 alla conquista degli inglesi, attirati dalla scoperta di miniere d’oro e diamanti nella zona. La Guerra anglo-boera finì nel 1902 con la sconfitta degli antichi coloni e la creazione dell’Unione sudafricana, parte dell’Impero britannico.
Negli stessi anni, la repressione da parte degli Stati Uniti della rivolta indipendentista nelle Filippine provocò 200 000 vittime fra gli insorti.
In Asia, anche la Russia represse ogni tentativo di resistenza nella sua espansione in Turkestan (nell’attuale Asia centrale).
L’illustrazione mostra le grandi potenze europee mentre si spartiscono il mondo.
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Memorizzo 1884-85 Conferenza di Berlino
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Sottolinea nel testo i criteri per la spartizione dell’Africa decisi nella Conferenza di Berlino.
studio con metodo
Memorizzo
1899-1902 Guerra anglo-boera
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- Come si concluse la Guerra anglo-boera?