3. I cambiamenti nella politica

3 I cambiamenti nella politica

L’allargamento del diritto di voto

Una delle caratteristiche fondamentali della nascente società di massa, come abbiamo detto, fu la maggiore partecipazione delle persone alla vita sociale e politica.

Nell’Ottocento il diritto di scegliere i propri rappresentanti e di essere eletti in Parlamento era riservato solo ai cittadini più ricchi e influenti, che potevano partecipare alla vita pubblica perché pagavano una certa quantità di tasse: si parla per questo di voto basato sul censo.

Nella seconda metà dell’Ottocento una serie di riforme elettorali abbassò in tutti i paesi la quota di ricchezza necessaria per diventare elettori ed essere eletti. Nei Parlamenti entrò così una nuova classe di uomini politici, non più appartenenti, come in passato, solo alla nobiltà o all’alta borghesia, ma anche al ceto medio.

L’ampliamento del diritto di voto è alla base di due principi fondamentali della democrazia: la sovranità popolare e l’uguaglianza. Tutti i cittadini hanno cioè gli stessi diritti e gli stessi doveri, e perciò partecipano alla vita pubblica indipendentemente dal reddito e dalla condizione sociale.

studio con metodo

Comprendo

Rispondi sul quaderno.

- Da chi era formata la nuova classe di uomini politici?

- In che modo riuscì a entrare in Parlamento?

Il suffrag

io

universale maschile

Le riforme elettorali furono più rapide nei paesi dell’Europa occidentale e centrale (in particolare in Gran Bretagna), e in Italia e Germania, dopo il raggiungimento dell’unità nazionale e l’avvio del processo di industrializzazione; nell’Impero austro-ungarico e in quello russo le riforme furono invece più lente. Solo la Francia aveva adottato il suffragio universale maschile già nel marzo del 1848, dopo la proclamazione della Seconda repubblica: gli elettori erano passati da circa 250 000 a 9 milioni e mezzo.

Nel 1914 in quasi tutti gli Stati occidentali era ormai entrato in vigore il suffragio universale maschile.

suffragio universale maschile: diritto di voto esteso a tutti i cittadini maschi al di sopra di una certa età o che possiedono determinati requisiti (per esempio, aver fatto il servizio militare).

Un seggio elettorale in Francia, dove già a metà Ottocento era in vigore il suffragio universale maschile.

Le donne sono escluse dal voto

Le donne continuavano però a essere escluse dal voto, nonostante la loro crescente importanza nella società e nel mondo del lavoro: fra Ottocento e Novecento erano impiegate non solo nelle fabbriche, ma anche negli uffici e nelle attività commerciali come segretarie, commesse, centraliniste che smistavano le telefonate nelle grandi compagnie telefoniche. Nelle scuole elementari, inoltre, la grandissima maggioranza degli insegnanti erano donne.

Il rifiuto di concedere loro il diritto di voto nasceva da pregiudizi secolari: era opinione diffusa che le donne fossero influenzate dai sentimenti più che dalla ragione, e non fossero quindi in grado di fare scelte autonome e consapevoli, come il voto. I conservatori e persino i liberali, difensori delle libertà individuali, vedevano nel voto alle donne una minaccia alla stabilità dello Stato e l’inizio di una “guerra fra i sessi”; molti socialisti erano convinti che la parità fra uomo e donna si sarebbe raggiunta solo dopo l’instaurazione del socialismo. Inoltre una serie di abitudini e di leggi rafforzava la condizione di inferiorità delle donne, che solo raramente potevano frequentare le scuole superiori e in molti campi, primo fra tutti quello economico, erano sottoposte all’autorità del padre oppure del marito.

liberali: coloro che seguivano il liberalismo, un movimento politico nato in Europa nell’Ottocento che metteva al primo posto le libertà dell’individuo (libertà di pensiero, di stampa, di proprietà, di religione).

La battagl

ia

delle suffragette

A fare pressione sui governi per concedere il diritto di voto alle donne furono associazioni e movimenti femminili diffusi in molti paesi europei e negli Stati Uniti. In Gran Bretagna, dove il movimento fu particolarmente attivo, Emmeline Pankhurst fondò nel 1903 la Women’s Social and Political Union (Unione politica e sociale femminile), che si batteva per estendere il voto alle donne. Le donne impegnate nel movimento, chiamate suffragette proprio perché chiedevano il suffragio (voto), organizzarono numerosi cortei e manifestazioni, che venivano dispersi dalla polizia; molte di loro, come la Pankhurst, furono anche arrestate ( Le storie di Galatea, p. 40).

La lotta per ottenere il diritto di voto fu lunga: nel 1918 il Parlamento inglese lo concesse alle donne sposate e sopra i trent’anni; il pieno suffragio femminile fu approvato solo nel 1928 ( Ieri e oggi, p. 56).

Due suffragette guidano una carrozza su cui sono stati appesi striscioni e cartelli con la scritta «Voto alle donne».

studio con metodo

Comprendo

Sottolinea nel testo le risposte.

- Dove fu attivo, in particolare, il movimento delle suffragette?

- Che cosa chiedevano le suffragette?

- Da dove deriva il loro nome?

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Ti racconto la Storia - volume 3
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Dal Novecento a oggi