4. I movimenti sindacali e i partiti politici moderni

4 I movimenti sindacali e i partiti politici moderni

LE CONQUISTE DEI LAVORATORI: LA legislaz

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ne soc

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le

Intorno alla metà dell’Ottocento, con la diffusione dell’industrializzazione, era nata la “questione sociale”, cioè la contrapposizione tra gli interessi dei lavoratori, operai e contadini, e quelli della borghesia industriale e dei proprietari terrieri.

Le classi lavoratrici avevano cominciato a organizzarsi dando vita a movimenti sindacali, come le Trade Unions in Inghilterra, per chiedere l’aumento dei salari, la riduzione dell’orario lavorativo, norme di tutela e sicurezza sul lavoro. Così, verso la fine dell’Ottocento, dietro la spinta dei sindacati, in diversi Stati europei (in particolare in Germania e Gran Bretagna) fu introdotta una legislazione sociale, con pensioni di vecchiaia, assicurazioni contro le malattie, assistenza alla maternità e all’infanzia.

legislazione sociale: l’insieme delle leggi che hanno lo scopo di proteggere i lavoratori. Stabiliscono, per esempio, l’orario massimo di lavoro, il diritto all’assistenza sanitaria,

alle pensioni di invalidità e di vecchiaia ecc.

L’opin

io

ne pubblica e i g

io

rnali

Nel frattempo, grazie alla maggiore alfabetizzazione e alle riforme elettorali che avevano ampliato la partecipazione alla vita politica, si estese e si rafforzò l’opinione pubblica, cioè la fascia di popolazione che era in grado di informarsi sui problemi della società contemporanea e di farsi un’opinione in merito. Ciò avveniva soprattutto attraverso i giornali, i cui lettori crebbero progressivamente di numero: nei primi anni del Novecento il quotidiano inglese “Daily Mail” vendeva circa un milione di copie.

La circolazione dei giornali aumentò grazie anche ad alcune innovazioni tecniche: il telegrafo permise di accelerare lo scambio di informazioni e di offrire ai lettori notizie attuali; il prezzo dei giornali diminuì grazie a una nuova macchina tipografica, la rotativa, che rese più veloce e meno costosa la stampa. Motivo di attrazione dei giornali erano anche le pagine piene di pubblicità dei nuovi prodotti in vendita nei grandi magazzini.

Il dipinto Il quarto stato (1901) di Giuseppe Pellizza da Volpedo rappresenta i lavoratori che, uniti, avanzano con determinazione per rivendicare i propri diritti.

studio con metodo

Comprendo

Sottolinea nel testo le rivendicazioni dei lavoratori.

studio con metodo

Colgo le relazioni

Sottolinea nel testo quali elementi favorirono lo sviluppo dell’opinione pubblica.

NASCONO I partiti MODERNI

L’aumento degli elettori fece crescere l’importanza dei partiti politici che, da semplici associazioni di nobili, ricchi borghesi e proprietari terrieri attivi a livello locale, si trasformarono in strutture permanenti su scala nazionale, con proprie sedi, migliaia di iscritti e precisi programmi politici.

I PARTITI soc

ia

listi e la Seconda Internaz

io

nale

I primi partiti con queste caratteristiche furono quelli socialisti, nati in molti Stati europei tra Ottocento e Novecento, che si presentarono alle elezioni come portavoce della classe operaia e contadina. Nel 1875 fu fondato il Partito socialdemocratico tedesco, che presto divenne il primo partito nel Parlamento tedesco; nel 1879 il Partito socialista francese; nel 1892 il Partito socialista italiano; nel 1895 il Partito socialdemocratico russo. Il Partito laburista (Partito dei lavoratori, dall’inglese labour, “lavoro duro e faticoso”) nacque in Gran Bretagna nel 1906.

Nel 1889 i partiti socialisti si riunirono a Parigi nella Seconda internazionale (dopo la Prima internazionale, fondata nel 1864 e sciolta nel 1876), con lo scopo di rappresentare l’intera classe operaia e contadina, al di là delle nazioni di appartenenza. Nei suoi congressi furono discusse questioni importanti, dalla conquista delle otto ore di lavoro all’opposizione alla guerra e al militarismo. La Seconda internazionale proclamò il 1° maggio Festa internazionale dei Lavoratori.

studio con metodo

Memorizzo

1889 Seconda internazionale

La diffus

io

ne del marxismo

La forma di socialismo più diffusa nel Novecento fu il marxismo, basato sul pensiero del filosofo tedesco Karl Marx, che nel 1948 aveva pubblicato insieme a Friedrich Engels il Manifesto del Partito comunista. Il marxismo interpretava la storia come lotta di classe fra la borghesia industriale, che accumulava capitale, cioè ricchezza, e il proletariato, la massa crescente di lavoratori sfruttati, e sosteneva che solo una rivoluzione avrebbe portato al crollo del capitalismo e all’instaurazione del socialismo.

Nel corso del Novecento questa visione ispirò numerose lotte politiche e sindacali e divenne il credo di milioni di uomini e donne. Tuttavia, molte previsioni di Marx sembrarono smentite dai fatti: in primo luogo, la diffusione del sistema industriale non aveva portato all’impoverimento della classe lavoratrice, ma anzi a un miglioramento delle sue condizioni; inoltre, il capitalismo si era dimostrato in grado di superare le crisi economiche che invece, secondo Marx, avrebbero dovuto affrettarne la fine.

Riforme o rivoluz

io

ne?

In molti cominciarono dunque a pensare che il socialismo si sarebbe realizzato non attraverso una rivoluzione, che appariva sempre più lontana, ma grazie a una serie di riforme da realizzare in collaborazione con le forze democratiche e liberali: era la cosiddetta corrente riformista.

studio con metodo

Comprendo

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- Che cosa sosteneva il marxismo?

- Qual era la differenza tra la corrente rivoluzionaria e quella riformista?

I contrasti fra riformisti e rivoluzionari, cioè coloro che continuavano a considerare la rivoluzione un obiettivo politico, causarono polemiche e scissioni (separazioni) all’interno del mondo socialista europeo.

Al centro del manifesto, sotto una figura femminile che simboleggia la libertà, si legge (in tedesco) il motto socialista: «Proletari di tutti i paesi unitevi!».

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Ti racconto la Storia - volume 3
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Dal Novecento a oggi