5 L’indipendenza degli Stati africani
1960: l’anno dell’Africa
Fra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta la decolonizzazione investì il continente africano ( carta a p. 393), toccando l’apice nel 1960, l’“anno dell’Africa”, quando 17 ex colonie di Francia, Gran Bretagna e Belgio raggiunsero l’indipendenza.
In Angola e Mozambico, possedimenti portoghesi fin dal Cinquecento, una lunga lotta oppose le forze indipendentiste e il regime del dittatore Antonio Salazar e del suo successore Marcelo Caetano. Nel 1974 in Portogallo una rivoluzione provocò il crollo della dittatura; il nuovo governo democratico riconobbe l’indipendenza di tutte le colonie.
studio con metodo
Comprendo
Sottolinea nel testo perché il 1960 è considerato l’anno dell’Africa.
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La lunga dominazione lasciò in eredità ai nuovi Stati africani la lingua del paese colonizzatore, come il francese o l’inglese, che continuò a essere largamente utilizzata e insegnata, e i confini tracciati dalle potenze europee al momento della conquista, che seguivano spesso semplici linee rette e non tenevano conto delle caratteristiche di ciascun territorio e delle differenze fra gruppi etnici e religiosi ( carte a p. 85).
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rre civili e dittature
Le nuove nazioni, i cui leader si erano formati nei paesi occidentali, adottarono sistemi democratici e parlamentari, che tuttavia non durarono a lungo e lasciarono il posto a disordini e conflitti fra gruppi etnici e religiosi. Per porre fine a questa situazione e ristabilire l’autorità statale, fra gli anni Sessanta e Settanta vi furono colpi di Stato in diversi paesi, come Nigeria, Zaire (ex Congo Belga) ed Etiopia, dove si instaurarono regimi dittatoriali.
Un murale che commemora la guerra di indipendenza del Mozambico dal dominio portoghese.
studio con metodo
Comprendo
Rispondi.
- Quale fu uno dei principali problemi che dovettero affrontare i nuovi Stati africani?
Il genocid
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in R
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nda
Nello Stato africano del Ruanda, ex colonia belga, la rivalità fra le due etnie che vivevano nel paese, gli hutu e i tutsi, sfociò nel 1994 in un genocidio, che la comunità internazionale non seppe impedire. La caccia ai tutsi, organizzata dal governo hutu e condotta con armi rudimentali, come bastoni e machete (grossi coltelli), provocò in breve tempo quasi un milione di morti. Alla fine, la conquista della capitale Kigali da parte dei tutsi portò alla fuga in massa della popolazione hutu.
La lotta contro l’
apartheid in Sudafrica
Particolare fu la vicenda del Sudafrica, paese ricco di oro e risorse minerarie, che nel 1945 divenne indipendente nell’ambito del Commonwealth britannico. Nei decenni successivi la minoranza bianca, discendente dei coloni boeri ( capitolo 3, p. 82), instaurò l’apartheid, cioè la segregazione razziale, nei confronti della maggioranza di colore (circa il 70% della popolazione). Il razzismo fu legalizzato in tutti gli ambiti della vita civile: le persone di colore non potevano votare, abitavano in veri e propri ghetti e non avevano rapporti con i bianchi. La condanna internazionale portò il Sudafrica a uscire dal Commonwealth e a proclamare nel 1962 la Repubblica sudafricana.
Neanche le ripetute rivolte della popolazione di colore riuscirono a mutare questo sistema, fino a quando il partito dell’African National Congress, guidato da Nelson Mandela, si mise a capo del movimento antiapartheid, ottenendo un crescente consenso. Per la sua protesta Mandela trascorse lunghi anni in carcere, dal 1964 al 1991, quando il governo attenuò alcune misure di segregazione e avviò negoziati con l’opposizione.
Nel 1994 si tennero le prime elezioni a suffragio universale, con la vittoria dell’African National Congress; l’apartheid fu definitivamente abolita e Mandela divenne presidente della Repubblica ( Le storie di Galatea, p. 388). Il Sudafrica iniziò una nuova fase della sua storia, caratterizzata dalla democrazia e da una forte crescita economica, che lo portò a diventare uno degli Stati africani più influenti dal punto di vista internazionale.
La fila davanti a un seggio elettorale in Sudafrica per le elezioni del 1994.
studio con metodo
combattuta da
african national congress
nelson mandela
guidato da
la minoranza bianca
in sudafrica
l’apartheid
instaura
diventa presidente nel
Organizzo le informazioni
studio con metodo
Memorizzo
1994 Genocidio in Ruanda
Nelson Mandela (il terzo da sinistra) mentre si reca in tribunale nel 1956 per rispondere all’accusa di tradimento per la sua attività antiapartheid.
termina nel
cioè
1994
separazione
tra bianchi e neri