5. Tensioni nel blocco orientale

5 Tensioni nel blocco orientale

il divar

io

tra est e ovest

Fra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta il divario tra l’Urss e i paesi occidentali, che vivevano in quegli anni una fase di accelerato sviluppo economico, si allargò. Nel 1964 divenne segretario del Partito comunista Leonid Brežnev, che diresse il paese fino alla sua morte nel 1982: un lungo periodo caratterizzato dall’incapacità del sistema sovietico di rinnovarsi. Nel settore militare e in quello spaziale, dove venivano concentrate la maggior parte delle risorse, l’Urss teneva testa agli Stati Uniti, ma l’economia non riusciva a soddisfare i bisogni dei cittadini: la vita quotidiana era segnata dalla scarsità e dalla bassa qualità dei beni alimentari e di consumo e dal cattivo funzionamento dei servizi.

Nei paesi dell’Europa orientale sottoposti al controllo sovietico la produzione industriale, fra il 1950 e il 1973, aumentò, ma anche qui il tenore di vita rimaneva inferiore rispetto a quello occidentale. Inoltre, i contatti con l’Occidente, che si erano intensificati nella fase di distensione della Guerra fredda, fecero apparire sempre più pesante la mancanza di libertà, di democrazia e di benessere nel blocco sovietico.

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- Qual era il tenore di vita della popolazione nei paesi del blocco sovietico?

La primavera di Praga

In Cecoslovacchia questa situazione spinse studenti e intellettuali a chiedere delle riforme. Nell’aprile 1968, durante quella che fu chiamata “Primavera di Praga”, il Partito comunista cecoslovacco, guidato da Alexander Dubček, propose un programma che introduceva elementi di economia capitalistica e una maggiore libertà di opinione e di stampa, facendo intravedere la possibilità di un “socialismo dal volto umano”.

L’Urss, temendo che le richieste di riforma si estendessero ad altri paesi dell’Europa orientale, decise di ricorrere alla forza, e il 21 agosto le truppe del Patto di Varsavia entrarono a Praga per ristabilire il dominio sovietico. L’invasione fu condannata dai governi occidentali, ma non modificò i rapporti internazionali.

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1968 Primavera di Praga

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- Che cosa fu la Primavera di Praga?

- Come reagì l’Urss?

Carri armati del Patto di Varsavia sfilano in una via di Praga nel 1968 per reprimere i tentativi di riforma del governo cecoslovacco.

Il trattato di Helsinki

Negli anni Settanta il clima di distensione e la ripresa delle relazioni internazionali fra i due blocchi portarono alla firma, nel 1975, del Trattato di Helsinki, che ancora oggi resta un punto di riferimento per quanti credono in un’Europa non divisa al suo interno. Questo documento fu firmato dai rappresentanti di 35 Stati europei, degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica.

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Il Trattato di Helsinki:

a. fu firmato solo dai paesi del blocco occidentale.

b. contribuì a migliorare i rapporti tra i due blocchi.

c. inasprì i rapporti tra i due blocchi.

d. ispirò i movimenti di opposizione nel blocco sovietico.

Il trattato riconobbe l’inviolabilità delle frontiere europee emerse dalla Seconda guerra mondiale, la necessità di cooperazione economica fra i due blocchi, l’importanza del rispetto dei diritti umani. In particolare, il riconoscimento della libertà di pensiero fu un punto fondamentale per la nascita dei movimenti di opposizione nel mondo comunista.

Il dissenso in urss

Dopo il Trattato di Helsinki si aprirono le prime crepe nella “cortina di ferro”. In Unione Sovietica le critiche al regime furono espresse in particolare da due intellettuali, che divennero il punto di riferimento del dissenso, cioè dell’opposizione interna.

Lo scrittore Aleksandr Solženicyn, nel libro Arcipelago Gulag, descrisse il mondo dei campi di lavoro staliniani, dove lui stesso era stato detenuto. Il fisico Andrej Sacharov, ideatore della bomba a idrogeno sovietica, si impegnò nel movimento per i diritti civili. Entrambi, perseguitati dal regime per le loro idee, divennero figure di opposizione note a livello internazionale.

L’esemp

io

della Polon

ia

In tutta l’Europa dell’Est si rafforzarono i movimenti clandestini che lottavano per il rispetto dei diritti umani, ma furono repressi duramente.

In Polonia le misere condizioni di vita della popolazione causarono nel 1976 un’ondata di scioperi che coinvolse milioni di lavoratori. Il movimento di opposizione, guidato da Lech Wałęsa e sostenuto anche dal nuovo papa di origine polacca, Giovanni Paolo II, riuscì a tenere testa al regime. Nel 1980, dopo una nuova ondata di scioperi, nacque Solidarność (“Solidarietà”), organizzazione con 9 milioni di iscritti, a metà strada fra il sindacato e il partito, il cui fine non era tanto la conquista del potere quanto la difesa dei diritti dei cittadini e dei lavoratori. In seguito Solidarność fu dichiarata illegale e i suoi capi vennero arrestati, ma il suo esempio fu contagioso: opporsi ai regimi autoritari era possibile.

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Colgo le relazioni

Sottolinea nel testo perché l’esperienza di Solidarność fu importante.

Lech Wałęsa (al centro), leader di Solidarność, parla ai parenti dei lavoratori in sciopero all’interno dei cantieri navali di Danzica nell’agosto del 1980.

Ti racconto la Storia - volume 3
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Dal Novecento a oggi