Ribellioni fra i soldati
Dopo tre lunghi anni di guerra, stanchezza e sfiducia si diffusero fra gli eserciti. Il contatto quotidiano con la morte, i rumori assordanti delle bombe, gli orrori della vita di trincea produssero fra i soldati crolli nervosi e disturbi mentali. Vi furono episodi di ribellione e ammutinamento: molti soldati, cioè, si rifiutarono di combattere. Alcuni arrivavano addirittura a infliggersi da soli delle ferite, sparandosi a una gamba o a un piede, per essere allontanati dal fronte, oppure disertavano consegnandosi al nemico (▶ Le storie di Galatea, p. 116).Di fronte a questi episodi, per mantenere la disciplina, i comandanti inasprirono le pene e ricorsero alla decimazione: nei reparti dove si erano verificati disordini, veniva fucilato un soldato scelto a caso ogni dieci.