Un’economia di guerra
Le sorti della guerra furono decise non solo dagli eserciti, ma anche dalla capacità di resistenza dell’economia e, in generale, della società civile dei paesi in conflitto: quello che, da allora, fu definito il “fronte interno”, affiancato al fronte militare.In tutte le nazioni europee lo Stato intervenne in modo massiccio nell’economia per adattare la produzione alle necessità belliche (cioè della guerra): gli investimenti industriali si concentrarono perciò nei settori della siderurgia, della meccanica e della chimica (per le armi), nel tessile (per le uniformi) e nel settore alimentare (per i rifornimenti di cibo). La fornitura di beni e prodotti per l’esercito veniva pagata dallo Stato a prezzi molto alti e quindi garantiva agli industriali grandi profitti.