5. La società in guerra

5 La società in guerra

Un’economia di guerra

Le sorti della guerra furono decise non solo dagli eserciti, ma anche dalla capacità di resistenza dell’economia e, in generale, della società civile dei paesi in conflitto: quello che, da allora, fu definito il “fronte interno”, affiancato al fronte militare.

In tutte le nazioni europee lo Stato intervenne in modo massiccio nell’economia per adattare la produzione alle necessità belliche (cioè della guerra): gli investimenti industriali si concentrarono perciò nei settori della siderurgia, della meccanica e della chimica (per le armi), nel tessile (per le uniformi) e nel settore alimentare (per i rifornimenti di cibo). La fornitura di beni e prodotti per l’esercito veniva pagata dallo Stato a prezzi molto alti e quindi garantiva agli industriali grandi profitti.

Le donne nelle città e nelle campagne

Negli anni di guerra il ruolo delle donne cambiò rapidamente: per far fronte alla lunga assenza di mariti e figli, dovettero assumersi infatti nuove responsabilità all’interno della famiglia e della società. Nelle città furono impiegate nelle fabbriche, nei trasporti, nelle poste e in altri servizi essenziali per sostituire gli uomini in guerra; nelle campagne, compensarono la mancanza di manodopera necessaria per coltivare la terra e badare al bestiame.

Molte donne, inoltre, si trovarono per la prima volta a dover gestire del denaro: o il salario per il lavoro svolto o il sussidio (un aiuto economico) che lo Stato assegnava alle famiglie dei soldati.

Il ruolo della propaganda

Con il prolungarsi della guerra, ovunque in Europa l’entusiasmo e il patriottismo dei primi mesi si incrinarono. Per contrastare la stanchezza degli eserciti, far accettare alla popolazione i lutti, le privazioni, i sacrifici e accrescere il consenso, gli Stati intensificarono quindi l’attività di  propaganda. Giornali, manifesti, discorsi pubblici ribadivano le motivazioni per cui il paese era entrato in guerra, presentandole come giuste e irrinunciabili, mentre il nemico veniva dipinto come una minaccia per la famiglia e la civiltà stessa.

Col tempo la propaganda diventò più aggressiva e prese di mira anche i “nemici interni”, cioè tutti coloro che erano favorevoli alla pace. In ogni paese vi fu un forte controllo del dissenso, con la censura sulla stampa e sulla posta e con arresti e internamenti.

Ti racconto la Storia - volume 3
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Dal Novecento a oggi