Il magnifico viaggio - volume 5

250 255 260 265 270 275 280 285 290 295 già del sonno della morte. E le parole di Giacinto si confondevano, di là del muricciuolo col fruscio delle canne, col ronzio del vento che passa. Eppure a un tratto parve sollevarsi e rivivere. Durante la sera un accesso violento del male lo aveva pestato come sale nel mortaio: era diventato sordo e muto dal dolore, ma aveva veduto don Predu guardare Noemi con un gesto di contrarietà. Perché le nozze erano fissate per l indomani, e s egli moriva portava il malaugurio agli sposi o li costringeva a rimandare a un altro giorno la cerimonia nuziale. Allora in fondo alle tenebre che già lo avvolgevano brillò come una lampada lontana: la volontà di combattere la morte. Si scoprì il viso e parlò. «Donna Ester, sto meglio. Mi dia da bere . Accorsero tutt e due le padrone e Noemi stessa gli sollevò la testa e gli diede da bere. «Bravo, Efix! Così va bene. Sai cosa succede, oggi? Egli accennò di sì, bevendo. «Sei contento, vero, Efix? Quanto ci hai pensato, a questo giorno? Ti parrà un sogno . Egli accennava di sì, di sì: tutto era stato, tutto era un sogno. Poi lo lasciarono solo, perché Noemi doveva vestirsi; ed egli sollevò la testa e si guardò attorno ma come di nascosto, continuando a far cenni di approvazione. Tutto andava bene; la festa nuziale si svolgeva in casa dello sposo, e qui nulla turbava l antica pace. Per un attenzione di Noemi verso il malato neppure la cucina era stata ripulita, come s usa per le nozze; la casa e il cortile erano silenziosi, il gatto stava immobile sulla panca, nero con gli occhi verdi come l idolo della solitudine; nel silenzio si udiva il legno corroso del balcone scricchiolare e sollevando un poco di più la testa Efix rivide un ultima volta il muro rovinato e l erba e i fiori d ossa dell antico cimitero. Ma d improvviso una figura apparve sulla porta; alta, sottile, vestita d uno stretto abito granato a fiori neri, aveva una ghirlanda di rose sul capo, e qua e là sul viso, sulla persona, sui piedi, qualche cosa che scintillava: gli occhi, i gioielli, le scarpette Egli spalancò gli occhi e riconobbe Noemi; ma dietro di lei, accomodandole le rose del cappello e le pieghe del vestito, donna Ester con le ali nere dello scialle rigettate sugli omeri gli parve l ombra della sposa. «Sto bene, vero? domandò Noemi ritta davanti a lui, accomodandosi i risvolti delle maniche. «Non ti pare stretto, questo vestito! Si usa così. E guarda com è bello, questo: è il regalo di Predu . Si chinò nonostante il vestito stretto e gli fece vedere il rosario di madreperla con una grande croce d oro. «Vedi? Era la croce di un vescovo antico: era della nonna di Predu, ch era poi anche la nostra. Così rimane in famiglia. bella, vero? Guarda il Cristo, pare che sorrida, mentre gli calano giù le lacrime e il sangue E dietro, guarda Efix guardava silenzioso, immobile, con le mani nere e secche aggrappate all orlo del panno; e pareva affacciarsi, già cadavere, dal mondo di là per contemplare un ultima volta la felicità della sua padrona. Ma ella disse, chinandosi ancora di più, con le ginocchia piegate, in modo che gli sfiorava il viso col suo viso: «Vedi che regalo, Efix! Ed era pallida, nel suo vestito granato, con gli occhi cattivi pieni di lagrime. Ma Efix non ne provò dolore. L AUTRICE / GRAZIA DELEDDA / 647

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento