Il magnifico viaggio - volume 5

70 75 80 85 90 95 100 105 110 La cucina si empiva di fantasmi, e l essere terribile che non cessava di colpirlo gli gridò all orecchio: «Confessati! Confessati! Anche donna Ester si inginocchiò davanti alla stuoia mormorando: «Efix, anima mia, vuoi che chiamiamo prete Paskale? Ti leggerà il Vangelo e questo ti solleverà Ma Efix la guardava fisso, con gli occhi vitrei nel viso nero brillante di gocce di sudore; il terrore della fine lo soffocava, aveva paura che l anima gli sfuggisse d improvviso dal corpo, come era fuggito lui dalla casa dei suoi padroni, e scacciata dal mondo dei giusti si mettesse a vagabondare inquieta e dannata coi fantasmi della valle; eppure rispose di no, di no. Non voleva il prete: più che della morte e della sua dannazione aveva paura di rivelare il suo segreto. Ed ecco don Predu4 che arriva, siede accanto alla stuoia e comincia a scherzare. allegro, don Predu; s è ingrassato di nuovo e la catena d oro non pende più tanto sul suo panciotto nero. «Perché sei tornato qui, babbeo? Se venivi a casa mia ci stavi male? Sei come il gatto che ritorna anche se portato via dentro il sacco. Su, andiamo; ti metterò nel letto di Stefana . Anche Noemi, curva con una scodella fumante in mano, mentre gli asciuga il sudore dal viso, cerca di imitare il suo grosso fidanzato. «Su bevi; che vuoi morire scapolo? «Dunque disse Efix sollevando il capo ma rifiutando il brodo, «ce ne andiamo «Ma cosa dici? Vuoi andare di nuovo? Che girellone «Oh, uomo, che fai? Andiamo su da Stefana che t ha serbato una melagrana Su, ragazzo! Ma Efix rimise la testa giù e chiuse gli occhi, non perché offeso dagli scherzi dei suoi padroni ma perché si sentiva tanto lontano da loro, da tutti. Lontano, sempre più lontano, ma con un peso addosso, con un traino che non gli permetteva di andare avanti, di tornare indietro. Era peggio di quando si portava appresso i ciechi.5 Finalmente arrivò il dottore: lo palpò tutto, gli batté le nocche delle dita sul ventre duro come un tamburo, lo voltò, lo rivoltò, gli buttò addosso il panno come su un pane che fermenta. « il fegato che fa un brutto scherzo. Bisogna andare a letto, Efix . Il malato sollevò l indice, accennando di no. «Tanto devo morire: mi lasci morire da servo . «Davanti a Dio non ci sono né servi né padroni disse donna Ester, e don Predu si curvò e tentò di sollevarlo fra le sue braccia. «Zitto, babbeo. Zitto! Ma Efix si mise a gemere, scuotendosi debolmente come un uccello ferito che tenta ancora di volare. «Voi volete farmi morire prima dell ora Allora il dottore fece un cenno con la mano e con la testa sollevando gli occhi al cielo, e don Predu rimise giù il malato, lo ricoprì, non scherzò più. Così lo lasciarono. E le ore e i giorni passavano, ed Efix nel delirio sognava di 4 don Predu: il ricco cugino delle Pintor, che sposerà Noemi. 5 Era peggio i ciechi: atto di carità che Efix com- piva in occasione dei pellegrinaggi. L AUTRICE / GRAZIA DELEDDA / 643

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento