Il magnifico viaggio - volume 5

55 60 65 70 75 80 85 90 sulle spalle che sua madre, la quale gli era costata anche 12 tarì,19 quando aveva dovuto farla portare al camposanto. Era che ci aveva pensato e ripensato tanto a quel che vuol dire la roba, quando andava senza scarpe a lavorare nella terra che adesso era sua, ed aveva provato quel che ci vuole a fare i tre tarì della giornata, nel mese di luglio, a star colla schiena curva 14 ore, col soprastante20 a cavallo dietro, che vi piglia a nerbate se fate di riz zarvi un momento. Per questo non aveva lasciato passare un minuto della sua vita che non fosse stato impiegato a fare della roba;21 e adesso i suoi aratri erano nu merosi come le lunghe file dei corvi che arrivano in novembre; e altre file di muli, che non finivano più, portavano le sementi; le donne che stavano accoccolate nel fango, da ottobre a marzo, per raccogliere le sue olive, non si potevano contare, come non si possono contare le gazze che vengono a rubarle; e al tempo della ven demmia accorrevano dei villaggi interi alle sue vigne, e fin dove sentivasi cantare, nella campagna, era per la vendemmia di Mazzarò. Alla messe poi i mietitori di Mazzarò sembravano un esercito di soldati, che per mantenere tutta quella gente, col biscotto22 alla mattina e il pane e l arancia amara a colazione, e la merenda, e le lasagne alla sera, ci volevano dei denari a manate, e le lasagne si scodellavano nelle madie23 larghe come tinozze. Perciò adesso, quando andava a cavallo dietro la fila dei suoi mietitori, col nerbo24 in mano, non ne perdeva d occhio uno solo, e badava a ripetere: «Curviamoci, ragazzi! . Egli era tutto l anno colle mani in tasca a spendere, e per la sola fondiaria25 il re si pigliava tanto che a Mazzarò gli veniva la febbre, ogni volta. Però ciascun anno tutti quei magazzini grandi come chiese si riempivano di grano che bisognava scoperchiare il tetto per farcelo capire26 tutto; e ogni volta che Mazzarò vendeva il vino, ci voleva più di un giorno per contare il denaro, tutto di 12 tarì d argento, ché lui non ne voleva di carta sudicia27 per la sua roba, e andava a comprare la carta sudicia soltanto quando aveva da pagare il re,28 o gli altri; e alle fiere gli armenti di Mazzarò coprivano tutto il campo, e ingombravano le strade, che ci voleva mezza giornata per lasciarli sfilare, e il santo, colla banda,29 alle volte dovevano mutar strada, e cedere il passo. Tutta quella roba se l era fatta lui, colle sue mani e colla sua testa, col non dor mire la notte, col prendere la febbre dal batticuore o dalla malaria, coll affaticarsi dall alba a sera, e andare in giro, sotto il sole e sotto la pioggia, col logorare i suoi stivali e le sue mule egli solo non si logorava, pensando alla sua roba, ch era tutto quello ch ei avesse al mondo; perché non aveva né figli, né nipoti, né parenti; non aveva altro che la sua roba. Quando uno è fatto così, vuol dire che è fatto per la roba. 19 tarì: moneta d argento coniata in Sici- lia fino al tempo di Ferdinando IV di Borbone (sec. XVIII) e in circolazione fino al XIX sec.; riprendeva il nome di una moneta d oro coniata nella Sicilia araba. 20 soprastante: sorvegliante. 21 fare della roba: accumulare sostanze. 22 biscotto: pane cotto due volte per farlo durare più a lungo. 23 madie: casse nelle quali si impastava la farina. 24 nerbo: frusta. 25 fondiaria: l imposta sui terreni. 26 capire: star dentro. 27 carta sudicia: sono le banconote, di- sprezzate da Mazzarò, che è legato alla roba, non al capitale, che è un principio borghese. 28 il re: cioè le tasse. 29 il santo, colla banda: la processione del santo patrono, accompagnata dalla banda musicale. Le parole valgono nerbate Quando diciamo che un campione è il nerbo della sua squadra, sottolineiamo la sua centralità, il suo essere fibra del gruppo, l elemento che conferisce agli altri tempra, vi- gore, energia fisica. Del resto, la parola nerbo indicava in origine una sorta di scudiscio, un frustino fatto di tendini di bue, essiccati e intrecciati, utilizzato per incitare gli animali da traino e anche in tempi lontani per punire gli studenti meno attenti o poco educati. Il motore a scoppio e la pedagogia moderna hanno mandato in archivio il nerbo e speriamo anche le nerbate, i colpi secchi dati con questo temibile bastone. Da nerbo, però, proviene un aggettivo adatto alle persone muscolose, possenti e un po rudi: quale? L AUTORE / GIOVANNI VERGA / 277

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento