Il magnifico viaggio - volume 5

95 100 105 110 115 120 125 130 Ed anche la roba era fatta per lui, che pareva ci avesse la calamita, perché la roba vuol stare con chi sa tenerla, e non la sciupa come quel barone che prima era stato il padrone di Mazzarò, e l aveva raccolto per carità nudo e crudo ne suoi campi, ed era stato il padrone di tutti quei prati, e di tutti quei boschi, e di tutte quelle vigne e tutti quegli armenti, che quando veniva nelle sue terre a cavallo coi campieri30 dietro, pareva il re, e gli preparavano anche l alloggio e il pranzo, al minchione, sicché ognuno sapeva l ora e il momento in cui doveva arrivare, e non si faceva sorprendere colle mani nel sacco. «Costui vuol essere rubato per forza! , diceva Mazzarò, e schiattava dalle risa quando il barone gli dava dei calci nel di dietro, e si fregava la schiena colle mani, borbottando: «Chi è minchione se ne stia a casa , «la roba non è di chi l ha, ma di chi la sa fare . Invece egli, dopo che ebbe fatta la sua roba, non mandava certo a dire se veniva a sorvegliare la messe, o la vendemmia, e quando, e come; ma capitava all improvviso, a piedi o a cavallo alla mula, senza campieri, con un pezzo di pane in tasca; e dormiva accanto ai suoi covoni, cogli occhi aperti, e lo schioppo fra le gambe. In tal modo a poco a poco Mazzarò divenne il padrone di tutta la roba del barone; e costui uscì31 prima dall uliveto, e poi dalle vigne, e poi dai pascoli, e poi dalle fattorie e infine dal suo palazzo istesso, che non passava giorno che non firmasse delle carte bollate,32 e Mazzarò ci metteva sotto la sua brava croce.33 Al barone non rimase altro che lo scudo di pietra34 ch era prima sul portone, ed era la sola cosa che non avesse voluto vendere, dicendo a Mazzarò: «Questo solo, di tutta la mia roba, non fa per te . Ed era vero; Mazzarò non sapeva che farsene, e non l avrebbe pagato due baiocchi. Il barone gli dava ancora del tu,35 ma non gli dava più calci nel di dietro. «Questa è una bella cosa, d avere la fortuna che ha Mazzarò! , diceva la gente; e non sapeva quel che ci era voluto ad acchiappare quella fortuna: quanti pensieri, quante fatiche, quante menzogne, quanti pericoli di andare in galera, e come quella testa che era un brillante avesse lavorato giorno e notte, meglio di una macina del mulino, per fare la roba; e se il proprietario di una chiusa limitrofa si ostinava a non cedergliela, e voleva prendere pel collo Mazzarò, dover trovare uno stratagemma per costringerlo a vendere, e farcelo cascare, malgrado la diffidenza contadinesca. Ei gli andava a vantare, per esempio, la fertilità di una tenuta la quale non produceva nemmeno lupini, e arrivava a fargliela credere una terra promessa, sinché il povero diavolo si lasciava indurre a prenderla in affitto, per specularci sopra, e ci perdeva poi il fitto, la casa e la chiusa, che Mazzarò se l acchiappava36 per un pezzo di pane. E quante seccature Mazzarò doveva sopportare! I mezzadri che venivano a lagnarsi delle malannate,37 i debitori che mandavano in processione le loro donne a strapparsi i capelli e picchiarsi il petto per scongiurarlo di non metterli in mezzo alla strada, col pigliarsi il mulo o l asinello, che non avevano da mangiare. «Lo vedete quel che mangio io? , rispondeva lui, «pane e cipolla! e sì che ho i magazzini pieni zeppi, e sono il padrone di tutta questa roba . E se gli doman davano un pugno di fave, di tutta quella roba, ei diceva: «Che, vi pare che l abbia rubata? Non sapete quanto costano per seminarle, e zapparle, e raccoglierle? . E se gli domandavano un soldo rispondeva che non l aveva. 30 campieri: sorveglianti dei campi. 31 uscì: perse il possesso. 32 carte bollate: dove si registrano gli at- ti di vendita dei terreni. 278 / IL SECONDO OTTOCENTO 33 la sua brava croce: la firma dell anal- fabeta (quale è Mazzarò). 34 scudo di pietra: lo stemma di famiglia. 35 gli dava ancora del tu: cioè lo trattava ancora come fosse stato un subalterno. 36 se l acchiappava: le arraffava. 37 malannate: annate cattive per il raccolto.

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento