Il magnifico viaggio - volume 5

15 20 25 30 35 40 45 50 l abbaiare di un cane, passando per una vigna che non finiva più, e si allargava sul colle e sul piano, immobile, come gli pesasse addosso la polvere, e il guardiano sdraiato bocconi sullo schioppo,8 accanto al vallone, levava il capo sonnacchioso, e apriva un occhio per vedere chi fosse: «Di Mazzarò . Poi veniva un uliveto folto come un bosco, dove l erba non spuntava mai, e la raccolta durava fino a marzo. Erano gli ulivi di Mazzarò. E verso sera, allorché il sole tramontava rosso come il fuoco, e la campagna si velava di tristezza, si incontravano le lunghe file degli ara tri di Mazzarò che tornavano adagio adagio dal maggese,9 e i buoi che passavano il guado lentamente, col muso nell acqua scura; e si vedevano nei pascoli lontani della Canziria,10 sulla pendice brulla, le immense macchie biancastre delle man dre di Mazzarò; e si udiva il fischio del pastore echeggiare nelle gole, e il campa naccio che risuonava ora sì ed ora no, e il canto solitario perduto nella valle. «Tutta roba di Mazzarò . Pareva che fosse di Mazzarò perfino il sole che tramontava, e le cicale che ronzavano, e gli uccelli che andavano a rannicchiarsi col volo breve dietro le zolle, e il sibilo dell assiolo11 nel bosco. Pareva che Mazzarò fosse disteso tutto grande per quanto era grande la terra, e che gli si camminasse sulla pancia. Invece egli era un omiciattolo, diceva il lettighiere, che non gli avreste dato un baiocco,12 a vederlo; e di grasso non aveva altro che la pancia, e non si sapeva come facesse a riempirla, perché non mangiava altro che due soldi di pane; e sì ch era ricco come un maiale; ma aveva la testa ch era un brillante,13 quell uomo. Infatti,14 colla testa come un brillante, aveva accumulato tutta quella roba, dove prima veniva da mattina a sera a zappare, a potare, a mietere; col sole, coll ac qua, col vento; senza scarpe ai piedi, e senza uno straccio di cappotto; che tutti si rammentavano di avergli dato dei calci nel di dietro, quelli che ora gli davano dell eccellenza, e gli parlavano col berretto15 in mano. Né per questo egli era mon tato in superbia, adesso che tutte le eccellenze del paese erano suoi debitori; e diceva che eccellenza vuol dire povero diavolo e cattivo pagatore;16 ma egli portava ancora il berretto, soltanto lo portava di seta nera, era la sua sola grandezza, e da ultimo era anche arrivato a mettere il cappello di feltro, perché costava meno del berretto di seta. Della roba ne possedeva fin dove arrivava la vista, ed egli aveva la vista lunga dappertutto, a destra e a sinistra, davanti e di dietro, nel monte e nella pianura. Più di cinquemila bocche, senza contare gli uccelli del cielo e gli animali della terra, che mangiavano sulla sua terra, e senza contare la sua bocca la quale mangiava meno di tutte, e si contentava di due soldi di pane e un pezzo di formaggio, ingozzato in fretta e in furia, all impiedi, in un cantuccio del magazzi no grande come una chiesa, in mezzo alla polvere del grano, che non ci si vedeva, mentre i contadini scaricavano i sacchi, o a ridosso di un pagliaio, quando il vento spazzava la campagna gelata, al tempo del seminare, o colla testa dentro un cor bello,17 nelle calde giornate della messe.18 Egli non beveva vino, non fumava, non usava tabacco, e sì che del tabacco ne producevano i suoi orti lungo il fiume, colle foglie larghe ed alte come un fanciullo, di quelle che si vendevano a 95 lire. Non aveva il vizio del giuoco, né quello delle donne. Di donne non aveva mai avuto 8 schioppo: fucile. 9 maggese: campo lasciato a riposo. 10 Canziria: campagna nei pressi di Vizzini. 11 assiolo: uccello rapace notturno. 12 baiocco: moneta di scarso valore. 13 un brillante: una metafora popolaresca che esprime l intelligenza di Mazzarò nell ac- 276 / IL SECONDO OTTOCENTO cumulare un patrimonio tanto grande. 14 Infatti: da questo momento il punto di vista del narratore è quello popolare, che condivide la visione del mondo e le ragioni economiche dell ascesa del protagonista. 15 berretto: il copricapo dei contadini, mentre i signori indossano il cappello. 16 eccellenza vuol dire povero diavolo e cattivo pagatore: i signori (chiamati comunemente eccellenza ) sono spesso poveri e indebitati. 17 corbello: canestro di vimini. 18 messe: mietitura.

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento