Il magnifico viaggio - volume 5

25 30 35 40 guardava in su, per vedere se spuntasse un occhio di sole a diradare quel vapore, che le pesava sui polmoni e sul cuore. Povera Nanna, che razza di desiderio! Quando il sole venne, un sole di giugno che bruciava come una fiamma, si sentì cuocere il cervello ed arder le carni. Il sudore le scolava giù lungo il collo, le cadeva dalla fronte a grosse gocce, che piombando nell acqua della risaia, vi segnavano dei cerchi come fossero sassolini. E da quell acqua stagnante e riscaldata, esalavano miasmi puzzolenti, che sconvolgevano lo stomaco. Verso le due l ardore del sole era così intenso, che pareva di sentirsi guizzare intorno delle lingue di fuoco, che lambissero le carni, che succhiassero il sangue. Ed a misura che il caldo aumentava, il puzzo delle acque si faceva più insopportabile. La Nanna aveva la nausea. Si rizzò cogli occhi iniettati e le vene della fronte inturgidite dal lungo star china, e disse con profondo sconforto: «Ma è una vita d inferno! «Eh! Laggiù, Nanna! Al lavoro! gridò l assistente. «Via, cantiamo ; disse una donna che le stava accanto, avvezza già a quelle torture. «Ti passerà più presto il tempo , soggiunse; «non ci sono più che due ore di lavoro . Ed intonò la canzone: Bersaglier di Garibaldi Colla piuma sul cappel. 45 50 55 60 65 8 piano: pianura. Ad una ad una, da vicino, da lontano, di qua, di là, le mondatrici si unirono a quella voce e formarono un coro. La Nanna pure cantò la prima strofa. Ma aveva troppa nausea, non poté continuare, e quelle note lente, cadenzate, gemebonde, la fecero piangere. Alle quattro, quando uscì dall acqua dopo tante ore di quella fatica, non poteva reggere al riflesso abbagliante del vasto piano8 bianco dardeggiato9 dal sole. Al lungo guardare nell acqua, lucente come uno specchio, gli occhi erano spossati e non resistevano più alla luce; dovunque li volgesse vedeva una palla azzurra fluttuarle dinanzi. «Oh Signor Iddio! pensava; «come potrò resistere? Ma poi osservava le sue compagne, che, sebbene riscaldate, grondanti sudore, s avviavano allegramente al riposo, come dopo un lavoro ordinario, e si rassicurava un poco, e diceva: «Se si sono avvezzate10 loro, mi avvezzerò anch io . Intanto udiva i discorsi di due grosse fanciulle che camminavano innanzi un passo da lei: «Quante ne hai prese tu? «Cinque . «Hai guadagnata una lira. il prezzo di una mezza giornata di lavoro; e senza fatica . Senza fatica! Questa parola sonò come una melodia all orecchio della povera Nanna, in quello stato di prostrazione e di scoraggiamento. Stette a sentire. «Una lira? disse la prima giornaliera. «Tu le metti venti centesimi ciascuna? «Ma sì. il prezzo che ne prendo io . «E dove? Io non ho mai avuto più di tre soldi . «Chissà a chi le hai vendute! Se domenica vieni a Novara con me, ti faccio avere venti centesimi ciascuna. Vedrai . La Nanna, curiosa di conoscere quel segreto che faceva guadagnare denaro senza tanti stenti, domandò: «Oh! ragazze! Cos è che ci avete da vendere a Novara? «Le sanguisughe , rispose una delle due, fermandosi per aspettarla. «Tu non ne hai prese? domandò l altra compagna alla Nanna. 9 dardeggiato: colpito. 10 avvezzate: abituate. LA CORRENTE / IL NATURALISMO E IL VERISMO / 181

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento