Il magnifico viaggio - volume 5

70 75 80 85 90 95 100 105 110 «Io no. Mi venivano intorno alle gambe; ma sono riescita a scacciarle . «Brava! Dai i calci alla fortuna. A noi non par vero che ci si attacchino, così le pigliamo; altrimenti sfuggono, e l assistente non ci lascia sprecare il tempo ad inseguirle . «Ma vedete un po quanto sangue vi fanno perdere! osservò la Nanna accennando le gambe brune delle fanciulle, che grondavano sangue da parecchie ferite. «Che! è il sangue cattivo che se ne va , disse una crollando le spalle. «Risparmia11 una malattia . «Ci si mette sopra una ragnatela , aggiunse l altra «e ristagna12 subito . In quella giungevano sull aja. La mondatrice corse in un angolo accanto al fienile, raccolse alcune ragnatele polverose, e se le pose sulle ferite, che infatti cessarono di sanguinare. « vero , pensò la Nanna. «Si lascia che le sanguisughe si attacchino, ma soltanto all ultimo momento prima di smettere il lavoro, così non s ha tempo di perder molto sangue. E poi, cos è un bicchier di sangue al confronto di una giornata come questa? E si messe a calcolare, che, se per quindici giorni di seguito avesse prese soltanto tre sanguisughe ogni giorno, avrebbe guadagnate nove lire; il prezzo di cinque giornate di quel lavoro d inferno; ed avrebbe potuto lasciare la risaia cinque giorni prima, senza perderci di borsa. E si coricò un po confortata da quella speranza, e fin dal domani, cominciò ad abbandonare le sue povere gambe, che non avevano sangue di troppo, tutt altro, ai morsi arrabbiati di quelle bestiole da farmacia. Appena si sentiva addentata, portava la mano alla ferita, ed afferrata la sanguisuga, non più libera di sfuggirle, la metteva in una boccetta, che teneva nascosta nella rimboccatura dell abito. Quel giorno ebbe la fortuna di pigliarne cinque, e s affrettò a cercare le ragnatele per rimarginare le cinque morsicature. Era contenta, ma si sentiva indebolita, ed aspettava con impazienza la sua scodella di riso e fagioli. Sgraziatamente il sensale che aveva preso l appalto dei lavori, forniva anche il vitto; era una speculazione, e sapeva trarne profitto. Il proprietario pagava in ragione di due lire al giorno cinquanta mondatrici, per trenta giornate; e quaranta centesimi al giorno, pel vitto di ciascuna. Il sensale imprenditore, aveva accordate soltanto quaranta mondatrici, alle quali, a forza d angherie, riesciva a far fare il lavoro di cinquanta; pagava le giornate soltanto una lira e ottanta centesimi e quanto al vitto dava alle povere donne del riso cotto fino a sfasciarsi, misto a fagioli duri, senz altro condimento che un po di sale ed un pezzo di lardo rancido. Dopo una giornata di quel lavoro da galeotto, quel cibo di cui i galeotti non hanno idea.13 La Nanna non poté ingoiare la minestra. Mangiò un pezzo di pane col formaggio che s era portato, e si coricò sulla paglia del fienile, dove ben presto la raggiunsero tutte le mondatrici. XII Non c era tempra robusta che reggesse a quella vita. Tutte le giornaliere si facevano di giorno in giorno più macilente. A vederle tra le nebbie del mattino, avviarsi al 11 Risparmia: evita, impedisce. 12 ristagna: il sangue si ferma. 182 / IL SECONDO OTTOCENTO 13 quel cibo... non hanno idea: un cibo ben peg- giore di quello delle prigioni.

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento