Il magnifico viaggio - volume 5

5 10 15 20 25 30 35 40 Ama le operette maliziose, le memorie di fanciulle, le confessioni d alcova,1 le sudicerie erotiche, lo scandalo racchiuso in un illustrazione nelle vetrine di librai: il libro che sta per leggere è severo e puro. Che il pubblico non si aspetti la fotografia licenziosa del Piacere: lo studio che segue è la clinica2 dell Amore. Il pubblico apprezza ancora le letture anodine3 e consolanti, le avventure che finiscono bene, le fantasie che non sconvolgono la sua digestione né la sua serenità: questo libro, con la sua triste e violenta novità, è fatto per contrariare le abitudini del pubblico, per nuocere alla sua igiene. Perché mai dunque l abbiamo scritto? Proprio solo per offendere il lettore e scandalizzare i suoi gusti? No. Vivendo nel diciannovesimo secolo, in un epoca di suffragio universale, di democrazia, di liberalismo, ci siamo chiesti se le cosiddette «classi inferiori non abbiano diritto al Romanzo; se questo mondo sotto un mondo, il popolo, debba restare sotto il peso del «vietato letterario4 e del disdegno degli autori che sino ad ora non hanno mai parlato dell anima e del cuore che il popolo può avere. Ci siamo chiesti se possano ancora esistere, per lo scrittore e per il lettore, in questi anni d uguaglianza che viviamo, classi indegne, infelicità troppo terrene, drammi troppo mal recitati, catastrofi d un terrore troppo poco nobile. Ci ha presi la curiosità di sapere se questa forma convenzionale di una letteratura dimenticata e di una società scomparsa, la Tragedia, sia definitivamente morta; se, in un paese senza caste e senza aristocrazia legale,5 le miserie degli umili e dei poveri possano parlare all interesse, all emozione, alla pietà, tanto quanto le miserie dei grandi e dei ricchi; se, in una parola, le lacrime che si piangono in basso possano far piangere come quelle che si piangono in alto. Queste meditazioni ci hanno indotto a tentare l umile romanzo di Suor Filomena,6 nel 1861; e adesso ci inducono a pubblicare Le due vite di Germinie Lacerteux. Ed ora, questo libro venga pure calunniato: poco c importa. Oggi che il Romanzo si allarga e ingrandisce, e comincia ad essere la grande forma seria, appassionata, viva, dello studio letterario e della ricerca sociale, oggi che esso diventa, attraverso l analisi e la ricerca psicologica, la Storia morale contemporanea, oggi che il Romanzo s è imposto gli studi e i compiti della scienza, può rivendicarne la libertà e l indipendenza. Ricerchi dunque l Arte e la Verità; mostri miserie tali da imprimersi nella memoria dei benestanti di Parigi; faccia vedere alla gente della buona società quello che le dame di carità hanno il coraggio di vedere, quello che una volta le regine facevano sfiorare appena con gli occhi, negli ospizi, ai loro figli: la sofferenza umana, presente e viva, che insegna la carità; il Romanzo abbia quella religione, che il secolo scorso chiamava con il nome largo e vasto di Umanità; basterà questa coscienza: ecco il suo diritto. 1 alcova: camera da letto. 2 la clinica: lo studio scientifico. 3 anodine: indolori. 4 debba letterario: sia da considerare cioè non degno di essere rappresentato in letteratura. 5 legale: riconosciuta per legge. 6 Suor Filomena: il primo romanzo dei de Goncourt, descrizione dell infanzia di una povera miserabile. Il romanzo fu tradotto in italiano nel 1886 dal poeta e scrittore napoletano Salvatore Di Giacomo (1860-1934). Le parole valgono licenzioso «Questi giovani sono licenziosi , «Non bisogna fare una vita licenziosa , «Che scandalo quello spettacolo licenzioso! : solo qualche esempio per mostrare come l aggettivo licenzioso sia spesso sulla bocca delle persone, specie quelle inclini al giudizio morale. Del resto, quando si etichetta qualcuno o qualcosa in questo modo, si esprime una condanna netta: licenzioso è chi abusa della libertà abbandonandosi agli eccessi, a una condotta priva di freni, senza rispettare i limiti della convenienza e del pudore. Licenzioso viene dal latino licentia, cioè licenza , una parola utilizzata in diversi contesti. Indica il suo significato nelle seguenti espressioni: «Ho chiesto alla dirigenza la licenza di assentarmi ; «Quel soldato si è meritato una licenza premio ; «Vorrei prendere la licenza di caccia ; «Mia figlia ha superato l esame di licenza media ; «Non puoi prenderti la licenza di dire quello che ti passa per la testa ; «D Annunzio si prende spesso licenze poetiche . LA CORRENTE / IL NATURALISMO E IL VERISMO / 153

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento