Nell’ottavo e ultimo capitolo cambia la struttura narrativa del testo: il romanzo si presenta qui come un diario contenente annotazioni che vanno dal 3 maggio 1915 al 24 marzo 1916. L’attenzione del narratore è incentrata più sulle conseguenze dello scoppio della Grande guerra che non sulle proprie vicende personali, come avveniva nei capitoli precedenti. A causa degli eventi bellici, Zeno ha dovuto fare a meno del proprio amministratore: gli Olivi, in quanto italiani, sono costretti a lasciare Trieste, che nel 1915 era ancora sotto l’Impero austro-ungarico. Deve quindi occuparsi in prima persona degli affari della ditta. Inoltre, mentre lui, cittadino austriaco, è rimasto a Trieste, tutta la sua famiglia, di nazionalità italiana, si è rifugiata a Torino (questo è, tra l’altro, un dato della stessa biografia di Svevo). Libero da tutti i vincoli parentali, Zeno ha potuto agire a modo suo e ha trovato nell’attività commerciale la propria guarigione. Dice di aver compreso che la dimensione della malattia segna tutta la realtà, essendo connaturata alla vita stessa, e che la civiltà moderna, allontanando l’uomo dalla natura, lo ha reso più debole e “malato”.
T7 - La vita attuale è inquinata alle radici
T7
«La vita attuale è inquinata alle radici»
La coscienza di Zeno, cap. 8
Audiolettura
DENTRO IL TESTO
I contenuti tematici
Con la ripresa della scrittura dopo una lunga interruzione, Zeno rivela i suoi pensieri. Se non ha mai creduto fino in fondo all’utilità della terapia, adesso la rifiuta completamente. Innanzitutto ritiene di essere guarito non grazie all’analisi dei propri sintomi, ma perché ha finalmente sperimentato la necessità di un impegno concreto, che poi è stato coronato da successo: Fu il mio commercio che mi guarì e voglio che il dottor S. lo sappia (rr. 23-24). Questa volta Zeno ha fatto la scelta giusta (dal punto di vista economico; è qui assente qualsivoglia considerazione di tipo morale): poiché durante le guerre il rischio di inflazione è molto alto, egli ha deciso di impiegare gran parte della propria liquidità per acquistare merci di tutti i tipi, in modo da poterle rivendere a prezzi sensibilmente maggiorati quando la domanda lo consentirà.
In secondo luogo, Zeno raggiunge la consapevolezza di essere guarito nel momento in cui comprende che la malattia riguarda non solo lui come singolo, bensì la vita umana nel suo complesso, e in particolare quella contemporanea: La vita attuale è inquinata alle radici. L’uomo s’è messo al posto degli alberi e delle bestie ed ha inquinata l’aria, ha impedito il libero spazio ecc. (rr. 62 ss.). Ora che ha accumulato denaro speculando sulla guerra, Zeno non ritiene più necessario procedere nella propria autoanalisi. Tuttavia una cupa sensazione lo ammonisce che l’umanità non potrà progredire continuando a inquinare l’ambiente e negando la validità delle leggi naturali.
Peraltro l’uomo, potenzialmente, sarebbe in grado di fare anche di peggio: V’è una minaccia di questo genere in aria (r. 65). Zeno non allude ad alcunché di specifico, ma possiamo pensare che Svevo, da conoscitore dei processi chimici, fosse particolarmente consapevole del fatto che i progressi nella scienza e nella tecnica potevano essere utilizzati a fini distruttivi. In un’inquietante visione apocalittica, il mondo gli appare tornato allo stato di una nebulosa nell’universo, dopo che un ordigno l’ha distrutto: Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute ecc. (rr. 86 ss.). L’esperienza di Zeno perde all’improvviso la propria esclusiva specificità: si assolutizza come quella di un individuo calato nella modernità, che interrompe il proprio itinerario autoconoscitivo per osservare l’irruzione della Storia e presagisce uno scenario collettivo drammatico.
Queste ultime considerazioni del protagonista alla fine del romanzo riecheggiano concetti propri del pensiero freudiano. La critica ha segnalato, in particolare, alcune pagine del saggio di Freud Il disagio della civiltà, nel quale leggiamo tra l’altro: «Il problema fondamentale del destino della specie umana a me sembra sia questo: se, e fino a che punto, l’evoluzione civile degli uomini riuscirà a dominare i turbamenti della vita collettiva provocati dalla loro pulsione aggressiva e autodistruttrice. In questo aspetto proprio il tempo presente merita forse particolare interesse. Gli uomini adesso hanno esteso talmente il proprio potere sulle forze naturali, che giovandosi di esse sarebbe facile sterminarsi a vicenda, fino all’ultimo uomo. Lo sanno, donde buona parte della loro presente inquietudine, infelicità, apprensione».
Il testo di Freud venne pubblicato nel 1929 e quindi è di alcuni anni posteriore al romanzo di Svevo. Va detto però che quest’ultimo «conosceva Freud da sempre, e la vicinanza tra i due scritti è documento di un’atmosfera comune, di una comune partecipazione a un dibattito che scosse in quegli anni tutta la cultura europea» (Petronio-Masiello).
Le scelte stilistiche
Nello sviluppo di questo brano assistiamo a un deciso mutamento nel tono: dalla narrazione vera e propria – inerente alla ripresa del libercolo (r. 2) e ai rapporti del protagonista con il dottor S., nonché alle sue riflessioni sulla propria malattia (Io sono guarito!, r. 12) e alle azioni messe in atto nella mutata situazione economica (Allora io cominciai a comperare, r. 26) – si passa, a partire dalla r. 62 (La vita attuale è inquinata alle radici ecc.), a una più ampia meditazione cosmica, che si svolge con toni quasi profetici, anche perché l’analisi del passato è sostituita dalla visione del futuro. Zeno ha perso la propria tipica insicurezza, per affermare invece in modo netto e deciso il superamento della propria condizione di inetto e autoconvincersi di essersi adattato al mondo. Un lungo tragitto lo ha condotto alla consapevolezza della propria identità e delle proprie miserie: a che vale scappare, come ha fatto Alfonso Nitti in Una vita? Perché rifugiarsi nel sogno allo stesso modo di Emilio Brentani in Senilità? Guarire sé stesso e guarire la vita non è che una sciocca velleità: per salvarsi, l’unica ricetta è guardarsi con ironia, osservando con il sorriso la provvisorietà del vivere.
VERSO LE COMPETENZE
Comprendere
1 Con quali motivazioni Zeno giustifica il proprio abbandono della psicanalisi?
2 In che modo il protagonista afferma di essere guarito?
3 Quale differenza viene messa in luce fra l’evoluzione naturale (“sana”) degli altri animali e quella artificiale (“malata”) degli uomini?
Analizzare
4 Individua nel testo lo stacco netto in cui Zeno passa dall’affermazione del proprio stato di salute a considerazioni decisamente meno positive sulla condizione generale dell’umanità.
Interpretare
5 Ma al signor dottor S. voglio pur dire il fatto suo (rr. 7-8). Da questa frase quali sentimenti di Zeno traspaiono nei confronti del dottor S.? Come possiamo spiegarli?
6 Quali reazioni emotive desta nel protagonista la prospettiva di un annientamento del mondo attraverso l’impiego di un’arma potentissima?
7 C’è chi ha voluto vedere nel riferimento alla catastrofe inaudita (r. 86) e all’esplosione enorme (r. 93) una sorta di “visione profetica”, da parte di Svevo, della bomba atomica e delle armi di distruzione di massa. Ti sembra plausibile questa interpretazione? Spiega le ragioni del tuo parere.
Educazione CIVICA – Spunti di realtà
OBIETTIVO
16 PACE, GIUSTIZIA E ISTITUZIONI SOLIDE
Secondo te la preoccupazione di Zeno per un’eventuale distruzione del nostro pianeta da parte dell’uomo è ancora attuale e motivata nell’odierno contesto geopolitico? Russia e Stati Uniti detengono ancora il più grande arsenale nucleare del mondo ma, come riportato dal Sipri (Stockolm International Peace Research Institute), ci sono altri sette Stati nucleari (Gran Bretagna, Francia, Cina, India, Pakistan, Israele e Corea del Nord): in tutto ben 13 400 testate, di cui 3 720 dispiegate e 1 800 pronte a essere attivate in caso di allerta.
• Dopo aver approfondito in Rete lo scenario e le minacce di una nuova corsa agli armamenti, scrivi un testo argomentativo sul tema, ragionando anche sulla possibilità che interventi mirati della comunità internazionale possano porre un argine alla proliferazione delle armi nucleari.
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento