Il magnifico viaggio - volume 4

PROVA 1 35 40 45 50 55 60 65 70 75 era ricca. Pietro Verri allora e Cesare Beccaria si guardarono attorno e posarono gli occhi su un certo Don Pietro Manzoni, gentiluomo di campagna, vedovo senza figli, quarantaseienne, non ricco ma con una modesta sostanza. Aveva una proprietà nei pressi di Lecco, chiamata il Caleotto, dove soggiornava d estate. D inverno stava a Milano in una casa sui Navigli, in via San Damiano. Egli si mostrò arrendevole riguardo alla dote. Così fu concertato rapidamente questo matrimonio. Giulia non voleva che uscir di casa. Don Pietro Manzoni viveva con sette sorelle nubili, una delle quali ex monaca, e aveva un fratello Monsignore, canonico al Duomo. Giulia fu subito molto infelice. Litigava col marito e le cognate le si mostravano ostili. La casa sui Navigli era brutta, piccola, umida e buia. Il marito le sembrava una misera persona, senza ingegno, senza grandi ricchezze e senza prestigio. Era conservatore e clericale e lei aveva respirato, sia nella casa paterna sia nella famiglia Verri, idee nuove e libere. S annoiava perdutamente. Non smise di frequentare Giovanni Verri e la bella casa dei Verri, festosa e sempre piena di ospiti. Condusse una vita brillante suscitando nei cognati un avversione sempre più palese, e nel marito l impulso a spiarla. Tre anni dopo il matrimonio, il 7 di marzo del 1785, essa mise al mondo il suo primo e unico figlio, Alessandro. Gli venne messo nome Alessandro in memoria del padre dei Manzoni. Fu battezzato nella chiesa di San Babila. Nessuno era contento che fosse nato. Fra Giulia e il marito i contrasti divennero più aspri. La gente mormorava. Il bambino venne subito mandato a balia, a Malgrate, nei dintorni di Lecco. Giulia riprese la vita di prima. Era però stanca di Giovanni Verri e lui era stanco di lei. Essa ebbe una relazione con un certo Taglioretti. Alessandro intanto cresceva nella casa della balia, una casa di contadini, e aveva l affetto della balia e dei suoi numerosi parenti. Molto di rado la madre veniva a trovarlo. Poi fu riportato a Milano, ma tornava sempre dalla balia per lunghe stagioni. Il pittore Andrea Appiani fece un ritratto a Giulia col bambino. Nel ritratto, Giulia è vestita da amazzone. Ha una faccia dura, ossuta e stanca. Guarda nel vuoto. Nessuna visibile tenerezza materna per quel bambino che le sta appoggiato al ginocchio. Il bambino ha quattro anni. Giulia regalò il ritratto a Giovanni Verri. Fu in quel tempo che essa conobbe Carlo Imbonati. Lo conobbe nel salotto d una sorella di lui, che era stata sua compagna di scuola, in convento. Esiste di Giulia un secondo ritratto, dipinto non molti anni dopo quello di Appiani dov è col bambino. Questo secondo ritratto è opera d una pittrice di nome Cosway,2 e fu dipinto a Parigi, dove Giulia già viveva con Imbonati e dove era felice. Qui ha un cappellino bianco e un velo. Il naso è sottile, la bocca lievemente sorridente d una vaga arguzia. Sembra molto giovane. Gli anni e l amarezza le sono caduti dal viso. Carlo Imbonati era di famiglia ricca e nobile. Ragazzo, aveva avuto come precettore Parini. Adulto, soggiornò lungo tempo all estero. Era appena tornato in Italia quando lui e Giulia s incontrarono. Diventarono amanti. Giulia prontamente decise di separarsi dal marito. L amore le dava forza e desiderio di chiarezza. Quando era legata a Giovanni Verri non aveva pensato a chiedere la separazione, sentendosi senza sostegno né morale né materiale, e sentendosi contagiata dalla mollezza dell altro. Adesso tutto era cambiato. Scrisse a Pietro Verri. Egli era la persona che veniva a trovarla, in convento, quando non veniva nessuno; e qualche appoggio glielo aveva dato; anche se poi s era trattato d un appoggio ben discutibile, poiché, in complicità col padre di lei, l aveva guidata a quello sventurato matrimonio. Gli scrisse: 2 Cosway: Maria Cosway, pittrice ed educatrice italiana (1760-1838). Prove sul modello INVALSI / 501

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento