Prove sul modello INVALSI

Prove sul modello INVALSI Testi letterari PROVA 1 LA MADRE DI ALESSANDRO MANZONI Natalia Ginzburg, La famiglia Manzoni, Torino, Einaudi, 1983 La scrittrice Natalia Ginzburg (1916 - 1991), nel romanzo-saggio La famiglia Manzoni offre un ritratto della famiglia di Alessandro, ricostruito attraverso le lettere e le testimonianze di coloro che ruotarono attorno alla vita dello scrittore e dei suoi familiari. In particolare, nel testo che segue, viene presentata la figura di Giulia Beccaria, figlia dell intellettuale illuminista Cesare Beccaria e madre di Alessandro, e la sua travagliata e avventurosa esistenza: dal convento al matrimonio con Pietro Manzoni, dall amore per Carlo Imbonati agli anni trascorsi con il figlio a Parigi e a Torino. I. 5 10 15 20 25 30 Giulia Beccaria aveva i capelli rossi e gli occhi verdi. Nacque a Milano nel 1762. Suo padre era Cesare Beccaria e sua madre Teresa de Blasco. Suo padre era di famiglia nobile, sua madre era figlia d un colonnello. Il matrimonio era stato aspramente contrastato. I due avevano difficoltà di denaro, ma vissero sempre in maniera dispendiosa. Cesare Beccaria scrisse in età giovanissima un libro che gli diede gloria, Dei delitti e delle pene. Teresa era nera di capelli e gracile. Divenne amante d un ricco, certo Calderara.1 Un amico di casa era Pietro Verri, economista, filosofo, amante d una sorella di Cesare. Fra Verri e i due Beccaria i rapporti furono sempre quanto mai tempestosi, l amicizia si rompeva e si riallacciava. Giulia aveva quattro anni quando le nacque una sorella. Marietta. In quello stesso anno, la madre s ammalò di mal celtico. Ma seguitò tuttavia a viaggiare e a far vita mondana. Mise al mondo poi anche un maschio, che morì subito. Il padre voleva molto un maschio. Giulia e la sorella crescevano in mano ai servi, perché la madre, benché malata, era sempre in viaggio. Nel 1774, la madre morì del suo male, fra sofferenze atroci. Il padre era disperato. Il giorno stesso ch era morta, volle che venisse fatto l inventario dei suoi molti vestiti e gioielli. Chiamò a sé le due bambine e disse «è tutto vostro . Si stringeva a loro piangendo. Ma quei vestiti e gioielli, le bambine non li rividero mai. Egli se ne andò a piangere nella ricca villa dell amante della moglie, Calderara. Le bambine restarono a casa coi servi. Calderara, con grande meraviglia, lo vide pochi giorni dopo farsi arricciare i capelli dal parrucchiere. Egli disse a Calderara: «Voglio mantenere un buon aspetto . Quaranta giorni dopo i funerali della moglie, si fidanzò con una donna bella e ricca, certa Anna Barbò. La sposò passati tre mesi. Ebbe con lei, finalmente, il figlio maschio che desiderava. Giulia intanto era stata chiusa in convento. Manetta rimase in casa perché di salute gracile, rachitica e gobba. Le fu messo un busto di ferro e fu affidata alla servitù. Giulia in convento venne totalmente dimenticata. I nonni paterni erano morti e uno zio materno, che la amava, era in quegli anni assente dall Italia, risiedeva in Brasile. Il solo a ricordarsi di Giulia era Pietro Verri. Veniva qualche volta a visitarla in parlatorio. Quando essa ebbe diciotto anni, Pietro Verri sollecitò il padre perché la riprendesse a casa. Giulia era molto bella, robusta, intelligente e di carattere forte. Subito ebbe violenti contrasti col padre. Poi s innamorò di Giovanni Verri, fratello minore di Pietro, cavaliere di Malta, uomo sfaccendato, elegante, dai tratti femminei. Però di un matrimonio fra i due non era il caso di parlare. Non ci pensavano né i Verri, né il padre di lei. Giulia non 1 Calderara: Bartolomeo Calderara, marchese (1747-1806). 500 / LA COMPETENZA DI LETTURA

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento