Il magnifico viaggio - volume 4

Monumento ai caduti della Prima guerra mondiale sul monte Ortigara (altopiano di Asiago). (Emilio Lussu, Un anno sull Altipiano, Einaudi, Torino 2014) PER DISCUTERNE cazion e CIVI CA 14 veterano del Carso: un soldato che aveva combattuto a lungo sul Carso, l altopiano calcareo esteso tra Friuli, Slovenia e Croazia, teatro dei principali scontri sul fronte italoaustriaco della Prima guerra mondiale. 15 Savoia!: grido di battaglia inneggiante alla dinastia che allora regnava in Italia. 16 feritoie: piccole aperture praticate nelle fortificazioni della trincea, per sparare o osservare i movimenti del nemico. 17 incalzare: avanzare con rapidità e con ostinazione. vallata, scoperti, esse aprirono il fuoco. Le nostre grida furono coperte dalle loro raffiche. A me sembrò che contro di noi tirassero dieci mitragliatrici, talmente il terreno fu attraversato da scoppi e da sibili. I soldati colpiti cadevano pesantemente come se fossero stati precipitati dagli alberi. Per un momento, io fui avvolto da un torpore mentale e tutto il corpo divenne lento e pesante. Forse sono ferito, pensavo. Eppure sentivo di non essere ferito. I colpi vicini delle mitragliatrici e l incalzare17 dei reparti che avanzavano alle spalle mi risvegliarono. Ripresi subito coscienza del mio stato. Non rabbia, non odio, come in una rissa, ma una calma completa, assoluta, una forma di stanchezza infinita attorno al pensiero lucido. Poi anche quella stanchezza scomparve e ripresi la corsa, veloce. Edu l imitò e stramazzò accanto al primo. Era codardia, coraggio, pazzia? Il primo era un veterano del Carso.14 «Savoia! ,15 gridò il capitano Bravini. «Savoia! , ripeterono i reparti. E fu un grido urlato come un lamento ed un invocazione disperata. La 9ª, tenente Avellini in testa, superò la breccia e si slanciò all assalto. Il generale e il colonnello erano alle feritoie.16 «Il comando di battaglione esce con la 10ª , gridò il capitano. E quando la testa della 10ª fu alla breccia, noi ci buttammo innanzi. La 10ª, la 11ª e la 12ª seguirono di corsa. In pochi secondi tutto il battaglione era di fronte alle trincee nemiche. Che noi avessimo gridato o no, le mitragliatrici nemiche ci attendevano. Appena oltrepassammo una striscia di terreno roccioso ed incominciammo la discesa verso la difficile rendere a parole lo sgomento e l orrore della guerra, lo sconforto a cui essa sottopone. Negli ultimi due secoli hanno provato a farlo prima la letteratura e poi il cinema. C è un film del regista Steven Spielberg, Salvate il soldato Ryan (1998), il quale si apre con una lunghissima scena che si riferisce allo sbarco angloamericano in Normandia durante la Seconda guerra mondiale, costruita in modo che lo spettatore sia tratto, come in presa diretta, all interno della battaglia: si ha l impressione di trovarsi nel mezzo dei combattimenti, di cui si vivono i momenti terribili, con tutta la violenza, la brutalità, i rumori assordanti delle artiglierie, delle bombe, le grida dei soldati, il sangue, la morte, la disperazione. In tal modo Spielberg ha pronunciato, indirettamente, una forte condanna della guerra, della quale si evita di sottolineare ogni possibile forma di fascinazione estetica. Pensando ai romanzi, alle poesie, ai film degli ultimi decenni sulla guerra in cui hai avuto occasione di imbatterti (a scuola ma non solo), ti sembra che questa di Spielberg sia la visione dominante oppure che esistano ancora rappresentazioni tese a esaltare la guerra? Discutine in classe. IL GENERE / IL ROMANZO IN EUROPA E IN ITALIA / 419

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento