INTRECCI STORIA - La guerra nel romanzo dell’Ottocento

intre cci STORIA La guerra nel romanzo dell Ottocento ] Napoleone III, ritratto del XIX secolo. S Jacques-Louis David, Napoleone nel suo studio, 1812. Washington, National Gallery of Art. Napoleone (e non solo) in letteratura La rappresentazione della guerra nella narrativa europea del XIX secolo, legata soprattutto ad alcune figure chiave come quella di Napoleone, diventa per gli scrittori non soltanto l occasione di testimoniare l efferatezza e la follia dei numerosi conflitti, ma anche un momento fondamentale di riflessione etica e gnoseologica, relativa cioè alle capacità dell uomo di comprendere i contesti in cui agisce. Sui campi di battaglia La storiografia moderna ha individuato nel XVII e nel XX secolo i periodi della Storia europea in cui i conflitti sono stati più frequenti e distruttivi, ma anche il XIX secolo non è meno rilevante, basti pensare ai quindici anni di guerre praticamente ininterrotte che hanno contrassegnato l età napoleonica. Napoleone stesso è stato un catalizzatore di simboli e allegorie legati alla guerra; nell Ottocento, inoltre, si è avuta la prima sistematizzazione teorica dell argomento, compiuta dal generale prussiano Karl von Clausewitz (1780-1831) nel suo trattato Della guerra (uscito postumo nel 1832), in cui viene analizzato il comportamento umano negli eventi bellici e si definisce la guerra come una «continuazione della politica con altri mezzi . 420 / IL PRIMO OTTOCENTO Waterloo, ovvero il laboratorio della narrazione A proposito di Napoleone, è proprio l apice negativo della sua carriera militare, la battaglia di Waterloo (1815), a costituire un importante laboratorio di sperimentazione letteraria e romanzesca. Lo studioso Stefano Jacomuzzi ha affrontato il tema confrontando il racconto della battaglia di Waterloo in diversi testi letterari, dalla Certosa di Parma (1839) di Stendhal ai Miserabili (1862) di Victor Hugo, fino, in ambito inglese, alla Fiera delle vanità (1848) del romanziere inglese William Thackeray (1811-1863). In Hugo il narratore può scorgere, pur nella confusione della battaglia, un ordine e un disegno, e domina con lo sguardo le cariche e le ritirate, cogliendone una direzione e una razionalità; l individuo può morire nella desolazione e nella disfatta, ma non senza grandezza e in relazione con il flusso della Storia. Nel romanzo di Stendhal, invece, la battaglia non sembra obbedire a piani strategici, né sembra conoscere ordine o razionalità: tutto è caotico, sbandato, casuale; i soldati corrono in una direzione, ma potrebbero correre in quella opposta; non c è una prospettiva dall alto che permetta di cogliere il quadro generale e si innalzi al di sopra della prospettiva del

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento