Alla ricerca di una lingua adatta

ti, per esempio per quanto riguarda la centralità delle esperienze infantili nella costruzione della personalità dell individuo. Alfieri riprende, insieme ad altri, anche tale elemento, manifestando però, rispetto a Rousseau, un maggiore controllo emotivo, che lo porta a evitare gli slanci di sincerità e gli abbandoni patetici tipici dello scrittore ginevrino. Infatti, mentre quest ultimo persegue un totale disvelamento del proprio io, Alfieri, nell introduzione alla Vita, pur impegnandosi a non dire mai «cosa che vera non sia , ammette: «io non avrò forse il coraggio o l indiscrezione di dir di me tutto il vero . Un esame selettivo del passato Le molte lingue di Alfieri Muovendosi con assoluta libertà tra i modelli a disposizione, Alfieri giunge così, nella Vita, a uno stile decisamente originale. Esso si caratterizza in primo luogo per la concisione narrativa, che non concede spazio a rievocazioni aneddotiche fini a sé stesse. lo stesso autore ad affermare tale intento, già nell introduzione: «Non intendo perciò di permettermi delle risibili lungaggini accennando ogni minuzia . Egli opera dunque una precisa selezione di fatti ed episodi, subordinata come si è visto agli scopi generali dell opera: «Alfieri narra con efficacia e rapidità; evita le digressioni; insegue non il tempo perduto, ma il filo dell autocoscienza (Gardini). ALLA RICERCA DI UNA LINGUA ADATTA Nella vita quotidiana Alfieri scriveva in francese: un francese d uso, talvolta libero e scorretto, ma complessivamente buono. Nella conversazione con gli amici piemontesi e con il servo Elia usava invece il dialetto piemontese. Nell autobiografia egli racconta la propria sfrancesizzazione e spiemontizzazione , che procede di pari passo con l acquisizione Fran ois-Xavier Fabre, Ritratto di Vittorio Alfieri, 1793. Firenze, Galleria degli Uffizi. L AUTORE / VITTORIO ALFIERI / 583

Il magnifico viaggio - volume 3
Il magnifico viaggio - volume 3
Il Seicento e il Settecento