Tua vivit imago - volume 3

L autore Seneca 25 5. Lugenti tibi luctus nuntiatus est omnibus quidem absentibus liberis, quasi de industria in id tempus coniectis malis tuis ut nihil esset ubi se dolor tuus reclinaret. Transeo tot pericula, tot metus, quos sine intervallo in te incursantis pertulisti: modo modo in eundem sinum ex quo tres nepotes emiseras ossa trium nepotum recepisti; intra vicesimum diem quam filium meum in manibus et in osculis tuis mortuum funeraveras, raptum me audisti: hoc adhuc defuerat tibi, luge re vivos. 5. La luttuosa notizia ti giunse mentre eri in pianto e in assenza di tutti i tuoi figli, come se apposta le tue sventure si fossero concentrate in quel momento, perché il tuo dolore non avesse alcun sostegno. Tralascio la tolleranza di tanti pericoli, di tanti timori che ti hanno assalita senza respiro; or ora in quel grembo da cui si erano accomiatati tre nipoti, hai raccolto le ossa di tre nipoti; venti giorni dopo che avevi fatto il funerale a mio figlio, morto fra le tue braccia e i tuoi baci, hai appreso che ti ero stato strappato io: ti mancava solo di piangere i vivi. (trad. A. Traina) 5. Lugenti tibi luge re vivos La sequenza delle disgrazie che hanno colpito Elvia prosegue e si conclude con l esilio di Seneca: il lutto che la consolatio si propone di affrontare. Lugenti luctus: figura etimologica. quidem: nel senso di per di più . omnibus absentibus liberis: ablativo assoluto, come il successivo coniectis malis tuis. de industria: di proposito . ut nihil reclinaret: affinché non ci fosse alcun posto (nihil, lett. nulla ) dove il tuo dolore potesse appoggiarsi . incursantis: forma arcaica e poetica dell accusativo plurale. pertulisti: indicativo perfetto di perfe ro, nel senso di sopportare . in eundem sinum recepisti: in quello stesso grembo dal quale avevi mandato fuori tre nipoti, hai raccolto le ossa di [quegli stessi] tre nipoti ; tra questi il figlio di Seneca stesso, morto in tenera età, come si legge subito dopo. audisti: perfetto sincopato (per audivisti). luge re vivos: è un paradosso, perché in latino il significato originario di lugeo è proprio quello di essere in lutto . Analisi del testo Prendere il dolore di petto L intero capitolo ruota intorno all idea per la quale il dolore per una perdita sia essa un lutto o un allontanamento forzato non va superato provando a ignorarlo (per esempio cercando distrazione da esso in altre attività), bensì al contrario affrontandolo con decisione e permettendogli di sfogare tutta la sua forza: per questo, all inizio della consolatio, Seneca invece di presentare alla madre le ragioni per le quali vale la pena farsi forza e continuare a vivere (cosa che farà più avanti) sceglie di ricordarle, viceversa, tutti i lutti alla quale è già andata incontro nella sua vita. Lo scopo è quello di convincere Elvia del fatto che, dopo aver sopportato tante disgrazie, ella sarà senz altro in grado di sopportare anche quest ultima (che pure come si legge all inizio del capitolo successivo è di tutte la più grave), dal momento che la sofferenza, tanto più se costante, rende più forti (Unum habet adsidua infelicitas bonum, quod quos semper vexat novissime indurat, r. 14). Metafore e paradossi: lo stile della consolatio Gli espedienti stilistici e retorici del passo sono quelli caratteristici dello stile senecano: espressioni iperboliche (potentiorem me futurum apud te quam dolorem tuum, quo nihil est apud miseros potentius), metafore tratte dall ambito medico (hoc erit non molli via mederi, sed urere ac secare), figure etimologiche* (lugenti luctus), anafore (tot pericula, tot metus), ricercati paradossi (luge re vivos). A tutto questo si aggiunge il ricorso allo stratagemma di dare voce alle obiezioni del destinatario oppure, come in questo caso, di un generico qualcuno (Dicet aliquis ), che consente a Seneca di prevenire, appunto, le possibili obiezioni del lettore, rafforzando, così, la propria tesi (Sed is cogitet ). Mettiti alla prova Laboratorio sul testo ONLINE 99

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale