T5 LAT ITA - Quanto tempo perdiamo

L ET IMPERIALE T5 Quanto tempo perdiamo tratto da De brevitate vitae 3, 1-5 latino italiano La tesi sostenuta da Seneca nel De brevitate vitae è che la vita non è breve, siamo noi a perdere troppo del tempo che ci viene assegnato. In questo passo, Seneca argomenta il paragone denaro/esistenza (pecunia/ vita) sottolineando come del primo siamo esageratamente avari, mentre sprechiamo la seconda come fosse infinita. Viviamo come se avessimo a disposizione un tempo infinito; abbiamo paura di tutto in quanto mortali, ma desideriamo tutto come fossimo immortali. Pensiamo sempre di dedicarci a noi stessi dopo la pensione: ma che sicurezza abbiamo di arrivarci? E non è folle riservare per le cose migliori solo il tempo in cui non siamo in grado di fare altro? Il ragionamento, vivacizzato dal discorso diretto, è molto efficace e coinvolgente. 5 1. Nemo invenitur qui pecuniam suam dividere velit: vitam unusquisque quam multis distribuit! Adstricti sunt in continendo patrimonio, simul ad iacturam temporis ventum est, profusissimi in eo cuius unius honesta avaritia est. 2. Libet itaque ex seniorum turba comprendere aliquem: «Pervenisse te ad ultimum aetatis humanae videmus, centesimus tibi vel supra premitur annus: age dum ad computationem aetatem tuam revo ca. Duc quantum ex isto tempore creditor, quantum amica, quantum rex, quantum cliens abstulerit, quantum lis uxoria, quantum servorum coercitio, quantum officiosa per urbem discursatio; ad ce morbos quos manu fecimus, ad ce et quod sine usu iacuit: videbis te pauciores annos habere quam numeras. 1. Non si trova nessuno che voglia dividere il suo denaro: ma a quanti ciascuno distribuisce la sua vita! Sono stretti nel tenere la borsa; appena si tratta di perdere tempo, sono larghissimi in quella sola cosa in cui è virtù l avarizia. 2. Si prenda uno della folla dei vegliardi: «Vediamo che sei giunto al termine della vita umana, hai addosso cent anni o più: su, fa il rendiconto del passato. Calcola quanto da codesto tempo ti hanno sottratto i creditori, quanto le donne, quanto i patroni, quanto i clienti, quanto i litigi con tua moglie, quanto i castighi dei servi, quanto le corse zelanti per tutta la città; aggiungi le malattie che ci fabbrichiamo noi stessi, aggiungi il tempo inutilizzato: vedrai che hai meno anni di quanti ne conti. 1. Nemo invenitur... avaritia est pecuniam... unusquisque: antitesi* doppia, pecunia/vita e nemo/unusquisque. Adstricti... profusissimi: ripetizione del concetto precedente con variazione, patrimonio/tempus, continendo/iacturam, adstricti/profusissimi; la variatio* è anche sintattica: stato in luogo figurato (in continendo, ripreso da in eo)/moto a luogo figurato (ad iacturam). 2. Libet itaque... revo ca Libet... aliquem: l immagine è colloquiale ed efficace: l autore sembra quasi un giornalista che cerca un personaggio da intervistare. Lo stratagemma consente di passare da una anodina terza persona singolare alla più coinvolgente seconda singolare a cui è rivolto il discorso diretto. centesimus... annus: l età avanzata, anzi avanzatissima cent anni e più viene rappresentata 100 come un peso che schiaccia (tibi premitur) l uomo. age dum... revo ca: l autore esorta a un riconteggio dell età (ad computationem... revo ca): i cent anni non sono effettivi, ma apparenti, perché vanno tolti quelli persi in attività inutili o controproducenti per la crescita spirituale. Duc quantum... numeras Duc: l imperativo fa riferimento al tempo perso, che va dunque sottratto al totale dell esistenza. creditor... abstulerit: all inizio la perdita di tempo è ascritta a responsabilità altrui, come mostra il verbo abstulerit (da aufe ro, ab+fero) che significa portare via . Sono nominati personaggi di varia levatura e importanza: il creditore, l amante, il re, il cliente (le persone più influenti ne avevano centinaia, che si affollavano alle loro porte da prima dell alba per chiedere la sportula, una ricompensa in cibo o denaro in cambio di servizi di vario genere). lis... discursatio: la seconda lista, pur riferendosi a persone come la prima, elenca attività legate alle relazioni con la moglie (citata per i litigi, eppure Seneca era teneramente innamorato della sua Paolina, figlia del destinatario del dialogo) e con i servi, nonché agli impegni cittadini (officiosa... discursatio, il correre qua e là per tener dietro agli impegni). ad ce: il periodo inizia con un altro imperativo, ripetuto più avanti in anafora*; aggiungi alla somma delle perdite. morbos... fecimus: nel caso delle malattie che ci procuriamo con i nostri comportamenti scorretti (o ci inventiamo), la colpa è integralmente nostra. quod... iacuit: infine, c è il tempo passato a far niente. videbis... quam numeras: se al numero apparente degli anni sottraiamo tutto il tempo perso per i motivi elencati, la durata della vita si riduce moltissimo.

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale