T4 LAT ITA - Come consolare la propria madre

L autore Seneca T4 Come consolare la propria madre tratto da Ad Helviam 2, 1-5 latino italiano Trasmessa come ultimo libro dei Dialoghi, la Consolatio ad Helviam si caratterizza per alcuni elementi originali: in primo luogo, è indirizzata alla madre di Seneca; in secondo luogo, non vuole consolare da un lutto ma per un esilio; terzo e più peculiare elemento, è l esiliato stesso a farsi carico della consolazione. Non solo: Seneca sceglie di portare a termine il suo compito non con parole dolci ed eufemismi, ma con un metodo che egli stesso paragona al trattamento cruento di una ferita: l elenco di tutti i mali già subiti dalla madre, di cui quello presente è il peggiore di tutti. Questo perché la madre di Seneca, pur essendo donna, non ha alcuna delle debolezze femminili: sopporta eroicamente il dolore, non ama il lusso, è sobria e pudica, addirittura non ignara della filosofia. Seneca le rivolge dunque una consolazione tutta particolare, da cui emerge, pur da una prospettiva maschilista tipica del suo tempo, la sua ammirazione per il carattere forte della donna. 5 1. Vide quantum de indulgentia tua promiserim mihi: potentiorem me futurum apud te non dubito quam dolorem tuum, quo nihil est apud miseros potentius. Itaque ne statim cum eo concurram, adero prius illi et quibus excitetur inge ram; omnia profe ram et rescindam quae iam obducta sunt. 2. Dicet aliquis: «quod hoc genus est consolandi, obliterata mala revocare et animum in omnium aerumnarum suarum conspectu conlocare vix unius patientem? . Sed is cogitet, quaecumque usque eo perniciosa sunt ut contra remedium convaluerint, plerumque contrariis curari. Omnis itaque luctus illi suos, omnia lugubria admovebo: 1. Vedi quanto presumo dal tuo affetto: sono certo che sarò più forte di un dolore come il tuo, di cui nulla è più forte in chi soffre. Non lo affronterò immediatamente, ma prima lo attizzerò versando olio sul fuoco: non tacerò nulla e riaprirò ferite già cicatrizzate. 2. Si dirà: «Che razza di consolazione è mai rievocare i mali dimenticati e porre di fronte a tutti i suoi malanni un animo incapace di sopportarne uno solo? Ma si pensi che le malattie così perniciose da non reagire più alle loro medicine si curano per lo più con i loro contrari. Le farò dunque presente tutto quello che l ha fatta soffrire, tutto quello che l ha fatta piangere: non sarà una tera- 1. Vide quantum obducta sunt Dopo un primo capitolo introduttivo, Seneca comincia la consolazione con una dichiarazione di intenti: si è proposto infatti, con le sue argomentazioni, di risultare più potente del dolore della madre; per poterlo poi sconfiggere , però, non lo affronterà immediatamente, ma lo lascerà prima sfogare in tutta la sua forza, con una sorta di terapia d urto per la quale, per poter superare un sentimento negativo, bisogna prima conoscerlo e attraversarlo nella sua interezza. de indulgentia tua: della tua benevolenza nei miei confronti , confidando nella quale Seneca conta di riuscire a consolare la madre. potentiorem potentius: la frase si apre e si chiude con due comparativi dello stesso aggettivo (potens), a sottolineare l am- bizione di Seneca (quella di essere più potente di qualcosa di cui non c è nulla di più potente ). futurum: sott. esse; è il verbo dell infinitiva, con soggetto me, retta da non dubito. ne concurram: proposizione finale; puoi tradurre per non affrontarlo subito . adero prius illi: prima lo asseconderò . quibus excitetur inge ram: lett. gli porterò cose dalle quali sia stimolato ; l immagine è quella di un fuoco che viene alimentato. omnia profe ram obducta sunt: tirerò fuori tutto e riaprirò cose che sono già state chiuse . 2. Dicet aliquis tam cicatricoso Per spiegare la scelta di stimolare il dolore enunciata subito prima, Seneca ricorre a una metafora* medica: quando una malattia è a uno stato così avanzato da non rispondere più ai farmaci, la si cura con le sostanze contrarie a questi ultimi. Altra metafora tratta dallo stesso ambito è quella dell intervento chirurgico, per indicare appunto un intervento molto invasivo quale è quello che Seneca si propone di mettere in opera. animum patientem: costruisci conlocare in conspectu omnium suarum aerumnarum animum vix patientem unius [aerumnae]. is: si riferisce a aliquis; nota che cogitet è congiuntivo presente con valore esortativo, a differenza di dicet, indicativo futuro. quaecumque convaluerint: lett. tutte le cose che sono a tal punto [usque eo] perniciose da divenire resistenti [convaluerint] ai rimedi ; è il soggetto dell infinitiva retta da cogitet. Omnis: forma arcaica e poetica per omnes, riferito a luctus suos, con doppio iperbato*. illi: si riferisce all animus citato subito prima. 97

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale