Tua vivit imago - volume 3

L autore Seneca 15 20 tamque et cicatricosam et verberibus suis lividam, incessus vesa ni, offusam multa caligine, incursitantem vastantem fugantemque et omnium odio laborantem, sui maxime, si aliter nocere non possit, terras maria caelum ruere cupientem, infestam pariter invisamque. 6. Vel, si videtur, sit qualis apud vates nostros est «sanguineum quatiens dextra Bellona flagellum aut «scissa gaudens vadit Discordia palla aut si qua magis dira facies excogitari diri adfectus potest. que enim... est: l inciso fa riferimento alla mancanza di pudore dell ira: infatti non si preoccupa di coprirsi ; l espressione curae esse significa prendersi cura e richiede il dativo della persona che si assume la cura. torvam: attributo riferito all ira; già usato sopra in riferimento al volto, denota lo sguardo di traverso che secondo gli antichi era proprio dell irato vicino al parossismo. cicatricosam... lividam: una caratteristica dell ira, quando si fa parossistica, è la tendenza autodistruttiva: coperta di cicatrici e livida per ferite che si è procurata da sé . incessus vesa ni: genitivo di qualità, dal passo furibondo . offusam: participio di offundo, offuscata da una fitta caligine ; multa caligine è ablativo di causa efficiente. incursitantem... fugantemque: serie di participi attributivi riferiti all ira: che assalta, devasta, mette in fuga . omnium odio... sui maxime: affaticata (laborantem) dall ostilità verso tutti, e soprattutto verso sé stessa ; omnium e sui sono genitivi oggettivi dipendenti da odio. si aliter... non possit: subordinata ipotetica, se non può nuocere altrimenti . terras... cupientem: se trova soddisfazione alla sua smania vendicatrice, l ira brama distruggere il mondo intero. infestam... invisamque: nemica e odiosa ugualmente ; l ira odia ed è odiata al tempo stesso. 6. Vel... adfectus potest Seneca cita alcuni versi per esemplificare la personificazione sotto forma di Bellona, antica dea romana della guerra, e della dea Discordia. sanguineum... flagellum: Bellona, che scuote con la destra la frusta insanguinata ; la citazione è tratta da Lucano, Bellum civile VII, 568. scissa... palla: ablativo di unione, con il mantello strappato ; la citazione è da Virgilio, Eneide VIII, 702. aut si qua... potest: o se si può immaginare una rappresentazione ancor più terribile di una passione terribile ; nota la ripetizione di dirus e il ricorrere di facies, che si ricollega all aspetto umano da cui Seneca era partito. Analisi del testo Gli effetti dell ira Mentre tutte le altre passioni si celano sotto un volto apparentemente sereno, l ira stravolge i lineamenti, deforma il viso e imbruttisce le fattezze; il volto è congestionato, il respiro sconnesso, e così i movimenti, che perdono ogni grazia e si fanno violenti e sconnessi. Allo stesso modo, vengono sconvolti anche i capelli, gli abiti, la voce, la gestualità. Nella prima parte del passo, Seneca sottolinea come il decoro quotidiano, in particolare l abbigliamento e la pettinatura, vengano trascurati (par. 1); poi passa alla descrizione degli effetti fisiologici: respiro, voce, membra, mani, corpo intero (par. 2); infine si concentra sull animo, rappresentato come un entità contenuta nel corpo che, a causa dell ira, si gonfia fino quasi a esplodere (par. 3). Quest ultima considerazione deriva dalla concezione stoica, che escludeva una dimensione spirituale, dunque tutto, animo compreso, era costituito da materia (in questo caso, particolarmente sottile e volatile, come avviene per l aria). L ira fa gonfiare le vene, le guance, la voce: e così, credevano gli stoici, anche l anima aumenta di volume. Descrivere la rabbia La seconda parte del passo contiene una serie di comparazioni (par. 4): i nemici e le belve insanguinate, i mostri infernali, le Furie, ossia i demoni che perseguitavano gli assassini dei congiunti... tutti questi personaggi preludono alla personificazione dell ira, che costituisce il secondo termine di paragone. L ira dunque è una sorta di demone orribile, con tutte le caratteristiche del caso (serpenti, lingue di fuoco, atteggiamento distruttivo) cui aggiunge un tratto peculiare: la violenza contro sé stessa. Se giunta al suo estremo, infatti, l ira diventa autodistruttiva. Un esempio di questo parossismo della passione si trova nel personaggio tragico di dipo (à T21). Salvarsi dall autodistruzione Tutto, in questo pas so, concorre a un effetto di esagerazione ed esasperazione dello stravolgimento operato dalla passione sull aspetto esteriore, ma anche sull anima, dell irato. L intento del filosofo è perciò di suscitare disgusto e paura per un vizio che ci rende simili alle bestie feroci o addirittura ai demoni più ripugnanti: e inoltre, come suggerisce Seneca verso la fine, nella sua inesausta sete di vendetta e distruzione finisce col rovinare anche sé stesso. Nell insieme, l irato non somiglia neppure più a un essere umano, 95

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale