Tua vivit imago - volume 3

DAL TARDOANTICO AL MEDIOEVO Analisi del testo Il trauma del sacco di Roma e le sue conseguenze Dopo aver esposto nella Prefazione il motivo per cui si è accinto a scrivere la grande opera, ovvero la necessità di difendere il cristianesimo dalle accuse dei pagani, Agostino ricorda come nella devastazione di Roma a opera dei Visigoti guidati da Alarico (410) molti oppositori di Cristo si fossero salvati trovando rifugio nelle basiliche e nei luoghi di culto dei cristiani, pur non riconoscendo in questo l opera della Provvidenza divina e continuando a cercare argomenti contro la nuova religione. Le due città Nei capitoli seguenti (in particolare I, 35), Agostino insiste sull apertura che gli abitanti della città di Dio devono comunque dimostrare nei confronti dei loro avversari, ai quali non sarà mai negato l accesso alla comunità dei fedeli qualora decidano di entrare a farne parte: «si ricordi che sicuramente tra quegli stessi avversari si nascondono dei futuri suoi cittadini e non ritenga vano sopportare presso di loro l ostilità, finché non li raggiunga come credenti (trad. L. Alici); e d altra parte tra gli stessi cristiani ci possono essere persone che alla fine non faranno parte della città di Dio: «questi sono in parte noti, in parte ignoti e non esitano a mormorare contro Dio, con cui sono uniti per mezzo dei sacramenti, fino a riempire una volta i teatri assieme agli altri, una volta le chiese assieme a noi . Le due città sono fra loro inestricabilmente congiunte e tali rimarranno fino al Giudizio finale, quando finalmente vi sarà una netta separazione. à Joseph-No l Sylvestre, Il sacco di Roma del 410, 1890. Sète, Museo Paul Valéry. Laboratorio sul testo COMPRENSIONE 1. Perché i pagani sono considerati degli ingrati? 2. Quale accusa rivolgono i pagani ai cristiani? 3. Agostino considera tutti i pagani alla stessa stregua? 788 In questa visione, se da una parte il teologo dimostra una grande apertura verso quella parte di popolazione ancora non convertita al cristianesimo, dall altra, presentando l immagine di una città di Dio pellegrina sulla terra e oggetto di attacchi feroci, si mostra animato da un profondo pessimismo e disprezzo verso la società del suo tempo. Infatti, la corruzione dilaga a tutti i livelli, ma soprattutto tra i ceti più alti, che ancora affollano i teatri, ritenuti dal vescovo di Ippona luoghi di assoluta perdizione, istituiti in onore di divinità false. La polemica e la condanna delle divinità romane, dei loro riti e della loro funesta influenza occuperà buona parte dell opera e il tono critico si farà sempre più acceso, proprio nel tentativo di conquistare il maggior numero possibile di fedeli alla vera ed eterna città.

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale