INTRECCI LETTERATURA - Il tempo ritrovato di Marcel Proust

DAL TARDOANTICO AL MEDIOEVO letteratura Il tempo ritrovato di Marcel Proust Nell ultimo volume, Il tempo ritrovato (postumo, 1927), del ciclo di sette romanzi intitolato Alla ricerca del tempo perduto, lo scrittore francese Marcel Proust (1871-1922) descrive l esperienza dell eternità, percepita dall anima nel momento in cui un rumore, un odore, un sapore, una sensazione provata un tempo si ripresenta all improvviso alla percezione, evocando il tempo perduto e rendendolo presente, in una sorta, appunto, di interiore e personale eternità . L esempio più celebre, citato anche in questo passo, è quello della madeleine, il piccolo dolce che all inizio del primo romanzo, Dalla parte di Swann (1913), fa ricordare al narratore la sua infanzia: Un giorno d inverno, rientrando a casa, mia madre, vedendomi infreddolito, mi propose di prendere, contrariamente alla mia abitudine, una tazza di tè. Dapprima rifiutai, poi, non so perché, cambiai idea. Mandò a prendere uno di quei dolci corti e paffuti, chiamati Petites Madeleines, che sembrano modellati nella valva scanalata di una conchiglia di San Giacomo. E subito, meccanicamente, oppresso dalla giornata uggiosa e dalla prospettiva di un triste domani, mi portai alle labbra un cucchiaino di tè dove avevo lasciato ammorbidire un pezzetto di madeleine. Ma, nello stesso istante in cui quel sorso frammisto alle briciole del dolce toccò il mio palato, trasalii, attento a qualcosa di straordinario che accadeva dentro di me. Un piacere delizioso mi aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa. Di colpo, m aveva reso indifferenti le vicissitudini della vita, inoffensivi i suoi disastri, illusoria la sua brevità, allo stesso modo in cui agisce l amore, colmandomi di un essenza preziosa: o meglio, questa essenza non era in me, era me stesso. Avevo cessato di sentirmi mediocre, contingente, mortale. (trad. P. Pinto) L esperienza descritta da Proust presuppone una concezione soggettiva del tempo che ha il suo archetipo e il suo primo modello nelle Confessiones di Agostino. L essere che era rinato in me quando, con un tal fremito di felicità, avevo udito il rumore comune sia al cucchiaio che tocca il piatto sia al martello che batte sulla ruota, o il lastricato diseguale sotto i miei passi, tanto nel cortile dei Guermantes quanto nel battistero di San 786 Marcel Proust in una foto del 1900. Marco1 ecc., questo essere si nutre solo dell essenza delle cose, soltanto in essa trova sostentamento e delizia. Langue nell osservazione del presente, dove i sensi non possono procurargliela, nella considerazione d un passato che l intelligenza gli inaridisce, nell attesa d un futuro che la volontà costruisce con frammenti del presente e del passato cui sottrae ancora un po di realtà conservando di essi solo ciò che si confà al fine utilitario, strettamente umano, che assegna loro. Ma basta che un rumore, un odore, già uditi o respirati un tempo, lo siano di nuovo, nel passato e insieme nel presente, reali senza essere attuali, ideali senza essere astratti, perché subito l essenza permanente, e solitamente nascosta, delle cose sia liberata, e il nostro vero io che, talvolta da molto tempo, sembrava morto, anche se non lo era ancora del tutto, si svegli, si animi ricevendo il celeste nutrimento che gli è così recato. Un istante affrancato dall ordine del tempo ha ricreato in noi, perché lo si avverta, l uomo affrancato dall ordine del tempo. Ed è comprensibile che costui confidi nella propria gioia, sebbene il semplice sapore di una madeleine in apparenza non contenga logicamente le ragioni di questa gioia, è comprensibile che la parola morte non abbia senso per lui; situato com è fuori del tempo, che cosa potrebbe mai temere dell avvenire? (trad. G. Grasso) 1. passi... San Marco: il suono dei passi sul lastricato del cortile del palazzo dei nobili Guermantes suscita nel narratore il ricordo dello stesso suono sul lastricato del Battistero di San Marco a Venezia.

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale