Tua vivit imago - volume 3

L autore Agostino esattamente che cosa misuri: si ha la percezione di tre tempi presente, passato e futuro ma in realtà, sostiene Agostino, esistono solo il presente del passato, il presente del presente e il presente del futuro. La concezione agostiniana del tempo questo il cuore del breve capitolo, in cui la percezione del tempo è riportata interamente al presente e in particolare al presente dell anima: il passato esiste solo nella memoria, che rievoca non gli eventi trascorsi, ma l immagine di essi; allo stesso modo, il futuro è presente nella premeditazione di ciò che ogni essere umano prevede che farà, e quando inizierà a compiere l azione che si è ripromesso di attuare, questa non sarà più futura, ma presente. In tale concezione del tempo, Agostino rivela la sua vicinanza alla dottrina neoplatonica e in particolare a Plotino (III secolo d.C.), il quale nelle Enneadi (III, 7, 11) aveva descritto la vicenda dell anima universale: essa fonda la temporalità abbandonando il privilegio della conoscenza totale e scegliendo di percorrere la realtà e di sperimentare la conoscenza parziale, che non può esistere se non, appunto, nella temporalità. Comune ai due pensatori è, quindi, una concezione soggettiva del tempo, ricondotto a una dinamica tutta interna alla percezione dell anima. Laboratorio sul testo COMPRENSIONE 1. Perché, secondo la riflessione di Agostino, è possibile affermare che esiste solo il presente? 2. Quale rapporto c è, allora, tra l uomo e le altre due dimensioni temporali, passato e futuro? TRADUZIONI A CONFRONTO 3. Ti viene qui di seguito proposto il passo appena letto di Agostino nella versione originale in lingua e nella traduzione di Gioachino Chiarini. Partendo dal testo originale, opera un confronto tra questa traduzione e quella che ti è stata proposta in trattazione a opera di Carlo Carena, basandoti principalmente sulle scelte in cui le due versioni divergono. Quale ti sembra più fedele all originale? Testo originale Traduzione di G. Chiarini Sine me, Domine, amplius quaerere, spes mea; non conturbetur intentio mea. Si enim sunt futura et praeterita, volo scire ubi sint. Quod si nondum valeo, scio tamen, ubicumque sunt, non ibi ea futura esse aut praeterita sed praesentia. Nam si et ibi futura sunt, nondum ibi sunt; si et ibi praeterita sunt, iam non ibi sunt. Ubicumque ergo sunt, quaecumque sunt, non sunt nisi praesentia. Quamquam praeterita cum vera narrantur, ex memoria proferuntur non res ipsae, quae praeterierunt, sed verba concepta ex imaginibus earum, quae in animo velut vestigia per sensus praetereundo fixerunt. Pueritia quippe mea, quae iam non est, in tempore praeterito est, quod iam non est; imaginem vero eius, cum eam recolo et narro, in praesenti tempore intueor, quia est adhuc in memoria mea. Utrum similis sit causa etiam praedicendorum futurorum, ut rerum, quae nondum sunt, iam existentes praesentiantur imagines, confiteor, Deus meus, nescio. Illud sane scio nos plerumque praemeditari futuras actiones nostras eamque praemeditationem esse praesentem, actionem autem, quam praemeditamur, nondum esse, quia futura est; quam cum aggressi fuerimus et quod praemeditabamur agere coeperimus, tunc erit illa actio, quia tunc non futura sed praesens erit. Concedimi, Signore, di cercare più a fondo, speranza mia; fa che il mio sforzo non venga turbato. Se dunque passato e futuro esistono, voglio sapere dove sono. E se ancora non ci riesco, so tuttavia che, dovunque siano, là non sono passato o futuro, ma presente. Se infatti là è futuro, allora non c è ancora, e se là è passato, non c è più. Perciò dovunque sono, qualunque cosa sono, non sono che presente. Eppure, quando si raccontano fatti veri passati, dalla memoria si estraggono non le cose stesse, che sono passate, ma parole ricavate dalle loro immagini, passate nella mente attraverso i sensi e rimastevi impresse come delle orme. La mia infanzia, ad esempio, che non è più, è in un passato che non è più; ma la sua immagine, quando la richiamo per raccontarla, la vedo nel tempo presente, poiché continua a esistere nella mia memoria. Se anche le predizioni del futuro abbiano una causa analoga, se cioè dei fatti che ancora non sono esistano già delle immagini che possano esser predette, ti confesso, Dio mio, non so. So invece assai bene che noi solitamente premeditiamo le nostre azioni future e che tale premeditazione è presente, mentre l azione che premeditiamo non è ancora, poiché è futura; quando l avremo intrapresa e avremo cominciato a fare ciò che avevamo premeditato, solo allora quell azione esisterà, non essendo più futura, ma presente. 785

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale