Fino a noi - Ladri e ladre di frutta da Rousseau a Peter

L autore Agostino Analisi del testo Racconto e riflessione L episodio del furto delle pere ha attirato l interesse degli studiosi: ci si è chiesti perché Agostino dedichi tanta attenzione, a distanza di quasi trent anni, a quella che appare poco più di una bravata da ragazzi, tanto che si è anche ipotizzato che l albero delle pere sia un richiamo simbolico all albero della conoscenza del bene e del male i cui frutti sono mangiati da Adamo ed Eva nel libro della Genesi (2-3). Non c è ragione, tuttavia, di dubitare della realtà autobiografica dell episodio, la cui importanza nell economia delle Confessiones è legata, piuttosto, al fatto che da esso l autore trae spunto per affrontare il problema del male nell animo umano: un problema a cui egli era molto sensibile e che lo aveva portato ad abbracciare in precedenza la dottrina manichea, la quale spiegava l esistenza del male facendone uno dei principi dell universo. Tutto il brano, costruito intorno all interrogativo sul perché il male possa essere voluto e compiuto, mostra una caratteristica tipica delle Confessiones: la combinazione tra narrazione dei fatti e meditazione sugli stessi. Agostino insiste sulla volontarietà del gesto, d commesso nonostante il furto sia condannato non solo dalla legge divina, ma anche dalla legge naturale, scolpita nel cuore dell uomo: non c è giustificazione del furto nel bisogno, ma ammissione che esso viene commesso per amore del peccato in sé, per miseria morale, per il piacere di compiere ciò che è proibito. Psicologia e teologia Il racconto dell episodio occupa la parte centrale del capitolo: i nequissimi adulescentuli (rr. 7-8) si recano a notte fonda presso la pianta e portano via un carico cospicuo di frutti non per mangiarli, ma come per gettarli ai porci. La malvagità non trova altra causa che nella malvagità stessa e Agostino, secondo il metodo su cui si basa sempre la sua ricerca, ritorna sulle motivazioni del gesto per esaminarne tutti gli aspetti. Dall esame si passa all accorato appello rivolto a Dio e all ammissione della colpa: la quadruplice anafora di amavi (rr. 14-15) scandisce la progressiva consapevolezza di essere incorso nel gusto perverso del peccato. Mettiti alla prova Laboratorio sul testo ONLINE Fino a noi Ladri e ladre di frutta da Rousseau a Peter Handke N elle sue Confessioni (1781-1788), ispirate all opera di Agostino, Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) racconta di un tentativo di furto di frutta commesso in giovane età che gli aveva procurato una dura punizione corporale da parte del suo precettore: «Un ricordo che mi fa ancora fremere e ridere insieme è quello di una caccia alle mele, che mi costò cara. [ ] Presto, a furia di subire cattivi trattamenti, divenni meno sensibile; alla fine mi parvero una specie di compenso al furto che mi dava il diritto di continuare. [ ] Con questo pensiero mi misi a rubare più tranquillo di prima (trad. V. Sottile Scaduto). Il racconto va letto alla luce delle teorie pedagogiche di Rousseau: nell Emilio (1762) aveva sostenuto che, essendo l uomo per natura buono, l educazione non doveva interferire con la naturale formazione della personalità del bambino. In anni recenti il gesto si ritrova in un romanzo pubblicato nel 2017 dallo scrittore austriaco, premio Nobel per la Letteratura, Peter Handke, La ladra di frutta. Qui, però, il gesto non è connotato come peccato, ma è l espressione di un modo di essere della protagonista, che vive un esistenza ribelle alle regole della società, una vita in qualche misura più spontanea e autentica. La reazione delle vittime dei furti è spesso benevola: «Lui, un uomo del villaggio, amico di gioventù della madre, si trovava nella casetta annessa al frutteto [ ] e, senza volerlo, era stato testimone del gesto della bimba di città, straniera nel villaggio, che aveva raccolto il frutto. [ ] Tutt a un tratto aveva preso a divertirsi e aveva udito qualcuno ridere nella stanza in cui si trovava, l unica in tutta la casa: e a ridere era lui stesso . 777

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale