T3 LAT - L’inizio di un’adolescenza inquieta

L autore Agostino L istruzione elementare Quale sia stata l istruzione ricevuta a Tagaste dal futuro vescovo di Ippona si può facilmente immaginare dalle fonti che riguardano la scuola primaria a Roma, su cui si modellavano le scuole nelle altre città dell impero: il maestro elementare, chiamato litterator, insegnava a leggere e a scrivere, e impartiva inoltre le prime nozioni di aritmetica; la grammatica veniva appresa, invece, più avanti, attraverso una minuziosa analisi di un numero abbastanza limitato di autori, in particolare Cicerone e Virgilio (à p. 760). proverbiale la durezza dei maestri delle scuole romane, che ricorrevano senza scrupoli alle punizioni corporali: basti pensare al famoso Orbilio, maestro di Orazio, definito dal poeta plagosus (lett. colui che causa ferite ) per la frequenza con cui ricorreva alle mani (Epistole II, 1, 68-71): non c è da stupirsi, quindi, che Agostino parli delle costrizioni alle quali era sottoposto. Lo stile del brano Lo stile narrativo del capitolo, caratteristico peraltro di tutta l opera, è apprezzabile anche nella traduzione italiana, in cui si perde però la tessitura retorica, fatta di ripetizioni verbali e concettuali, e di oculate scelte lessicali (come la figura etimologica tantillus tantus segnalata nelle note). Si possono comunque cogliere il ricercato gioco di parallelismi («sfruttavi a mio vantaggio l errore di tutti coloro che insistevano per farmi studiare, come sfruttavi anche il mio , rr. 9-10) e contrasti («Così mi procuravi del bene non da chi compiva del bene , rr. 12-13), il ricorso qui particolarmente incisivo alla citazione biblica («Ma tu, che conosci il numero dei nostri capelli , r. 9), la densità dei concetti («Hai stabilito [ ] che ogni anima disordinata sia castigo a sé stessa , rr. 13-14), il costante dialogo con Dio. Mettiti alla prova Laboratorio sul testo ONLINE T3 L inizio di un adolescenza inquieta tratto da Confessiones II, 1, 1 latino Il breve capitolo che segue è l apertura del secondo libro delle Confessiones, nella quale l autore sottolinea la propria volontà di ripercorrere un momento particolarmente oscuro della sua esistenza. Audio LETTURA 1.1. Recordari volo transactas foeditates meas et carnales corruptiones animae ! repetita iuvant à p. 775 5 meae, non quod eas amem, sed ut amem te, Deus meus. Amore amoris tui facio istuc, reco lens vias meas nequissimas in amaritudine recogitationis meae, ut tu dulcescas mihi, dulcedo non fallax, dulcedo felix et secura, et coll gens me a dispersione, in qua frustatim discissus sum, dum ab uno te aversus in multa evanui. Exarsi 1.1. Recordari volo hominum Recordari volo: con queste parole l Agostino narratore , distinto dall Agostino personaggio , esprime la volontà di rievocare il periodo turbolento della propria adolescenza. transactas: participio perfetto con valore attributivo, concordato con foeditates ( le mie trascorse turpitudini ). carnales corruptiones: le corruzioni carnali , cioè i piaceri della carne. quod eas amem: proposizione causale con il congiuntivo. ut amem te: proposizione finale ( per amare Te ). Nota il chiasmo*: eas amem amem te. Amore istuc: per amore del tuo amore faccio questo (istuc è neutro singo- lare sostantivato del pronome dimostrativo istic). Il poliptoto* amore amoris amplifica il significato della parola chiave dell opera, mentre il genitivo amoris tui va inteso sia in senso soggettivo (cioè l amore di Dio per la sua creatura) sia oggettivo (l amore di Agostino per Dio). reco lens meae: ripercorrendo le vie dei miei gravissimi peccati (vias meas nequissimas) nell amarezza del mio ricordo . ut mihi: proposizione finale. dulcedo: il sostantivo, che forma figura etimologica* con il verbo dulcescas, è ripetuto enfaticamente due volte, in anafora*. non fallax felix: nota la paronomasia*. coll gens evanui: lett. che mi raccogli dalla dispersione nella quale sono stato scisso in tanti pezzi (frustatim), mentre, distolto da te, l Unico, sono svanito (perdendomi) in molte cose . coll gens: participio in funzione attributiva, riferito sempre a dulcedo. discissus sum: perfetto passivo del verbo discindo. ab uno te: il riferimento è all unità di Dio, contrapposta alla molteplicità delle cose terrene. aversus: participio perfetto di averto. Exarsi: perfetto di exardesco, verbo incoativo (come i successivi silvescere, contabesco e computresco), qui nel significato di desiderare ardentemente . 773

Tua vivit imago - volume 3
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Età imperiale