3. Lo stile

L autore Agostino in breve città celeste; tuttavia la sua esistenza da pellegrino comporta per lui degli obblighi morali e sociali: vivendo nel mondo, ha il dovere di contribuire al buon andamento della vita associata. La divisione fra le due città è per Agostino un concetto teologico che non ha riscontro nello spazio e nel tempo: nella storia esse si confondono, né la città celeste è identificabile con la Chiesa, che, in quanto istituzione umana, è anch essa soggetta al peccato. 3. Lo stile Le opere maggiori Agostino è autore versatile e attento al tipo di pubblico cui è destinata la sua opera: pochi autori come lui sono stati capaci di modificare il loro registro espressivo a seconda delle circostanze. Le Confessiones, in particolare, dimostrano una eccezionale originalità stilistica: la pagina di Agostino è tesa a restituire l intimità del dialogo con Dio ed è caratterizzata da una sintassi franta e paratattica, dalla frequenza di invocazioni e interrogazioni, da un ricorso sistematico alle figure retoriche (metafore*, anafore*, antitesi*, ossimori*), da un ritmo che muta continuamente. Nel De civitate Dei, opera nella quale l autore si rivolge a un pubblico colto e affronta un argomento di vasto respiro dottrinale e filosofico, lo stile si fa più arioso, la scelta dei termini più ricercata e si ha una costante ricerca della concinn tas*, ovvero di un espressione armoniosa, semplice ed elegante, basata su una equilibrata disposizione delle parole, secondo il modello ciceroniano. Lo stile di Agostino si L uso della lingua del popolo nei Sermones Nelle opere dogmatiche lo stile si fa più arduo e sostenuto, mentre nei Sermones, nei quali deve rivolgersi a un pubblico ampio e non necessariamente colto, Agostino non disdegna espressioni colloquiali e termini tratti dalla lingua d uso, dei quali teorizza esplicitamente l impiego: «quando una parola non può essere di buon latino se non a patto di risultare oscura o ambigua e invece si evita ogni ambiguità e oscurità parlando in modo popolare, in questo caso il buon maestro si darà tanta cura di insegnar bene da esprimersi al modo non delle persone colte ma di quelle ignoranti. [...] A che serve la purezza dell espressione, se l ascoltatore non comprende, dato che non ci sarebbe addirittura motivo di parlare, se quelli ai quali parliamo perché capiscano, non capiscono ciò di cui parliamo? (De doctrina Christiana 10, 24, trad. M. Simonetti). Se le opere dogmatiche Le peculiarità del latino cristiano Nelle opere del vescovo di Ippona emerge quel latino cristiano che caratterizza la letteratura della nuova religione, con il lessico che risulta arricchito da ebraismi (per esempio Pascha, Pasqua ) e grecismi. Questi ultimi sono per lo più traslitterazioni di termini già in uso nei primi testi cristiani in greco, come ecclesia ( assemblea ), baptisma ( battesimo ), apostolus ( apostolo ), episcopus ( vescovo ), angelus ( angelo ); lo stesso nome di Cristo (Christus) è una traslitterazione del greco Christòs, che significa l unto [del Signore] . Vi sono poi molti neologismi semantici, cioè parole già in uso nel latino classico che vengono utilizzate in un accezione nuova: per esempio i sostantivi fides, che da lealtà passa a significare fede in Dio ; salus, che da salvezza diventa salvezza spirituale ; e peccatum, che da errore/delitto diventa violazione della legge divina . Anche la sintassi riflette l influenza del greco (per esempio nella frequenza delle proposizioni dichiarative introdotte da quod, quia o quoniam) e dell ebraico (in espressioni come in saecula saeculorum, nei secoli dei secoli , dove la ripetizione del genitivo indica totalità, come nella corrispondente espressione ebraica). Il latino cristiano di modifica a seconda delle circostanze: nelle Confessiones il periodare è franto e ricco di interrogative e figure retoriche, mentre nel De civitate Dei prevale la concinn tas ciceroniana. presentano uno stile alto, i Sermones impiegano espressioni popolari e un lessico tipico della lingua d uso. Agostino vede frequenti contaminazioni dall ebraico e dal greco (traslitterazioni, influenze sintattiche) e riqualificazioni semantiche di termini già in uso. 765

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale