Tua vivit imago - volume 3

L ET IMPERIALE in breve Questa rappresenta per l uomo il destino ultimo, l emblema della disgrazia estrema e del male: parlare della morte, dunque, è come parlare del fato; riuscire a sopportare l idea della morte equivale a vincere il destino stesso (à T13). Per Seneca la morte Le due facce della morte La morte per Seneca ha due facce. La prima è scientifico-filoè una legge di natura sofica: la morte è la manifestazione di una legge di natura universale che accomuna ogni universale e coincide con essere vivente (à T10). Non ha senso, dunque, temere un evento necessario e inevitabile, e il nulla. Affrontando la che, dal punto di vista ontologico, coincide con il nulla, dunque con l assenza di sensaziosorte con imperturbabilità e accettando gli eventi ne. Questa posizione, molto simile a quella epicurea (si pensi a Lucrezio), ha il torto di traper come sono, la morte, scurare il vero problema, e cioè il terrore di tutto ciò che precede e prelude a questo evento, vista come mostro in termini di sofferenza insostenibile e senza sollievo. invincibile, viene invece sconfitta. per questo che Seneca ci parla anche, molto più spesso, di un altra faccia della morte, non più scientifica ma letteraria: la morte è la sorte smascherata, una specie di demone che si accanisce contro l uomo in ogni modo e finisce immancabilmente con l annientarlo. Come si è visto (à p. 69), la vita è una lotta fra l uomo, armato della sola ragione, e questo mostro onnipotente, che da un momento all altro dà e toglie beni, cariche politiche e persone care, con un atteggiamento imprevedibile e tirannico che non può non ricordare quello di un imperatore che detiene precisamente questi diritti. Alla fine, si direbbe, la vittoria è sempre sua, perché ci ha in suo potere. E invece no: perché quando riusciamo ad accettare le disgrazie senza turbarci, quando affrontiamo la morte consapevoli di aver vissuto una vita piena, o quando, impossibilitati a fare altro, le andiamo incontro, allora la vittoria è nostra. La morte, come ogni altra disgrazia, viene sconfitta, paradossalmente, non dal fatto che noi cambiamo gli eventi, ma dal fatto che li accettiamo per come sono, riuscendo a trarne il meglio per noi (à T17). La posizione di Seneca L anima è immortale? La questione della morte è intrecciata con quella relativa all imsull immortalità mortalità dell anima, qualora ci si interroghi, come fa Seneca riprendendo Platone, se essa dell anima non è chiara. sia una fine o un passaggio (à T2). In alcuni passi il filosofo sembra sostenere la prima ipoNelle Consolazioni tesi, in altri la seconda; tuttavia, le argomentazioni in cui difende l immortalità dell anima sembra difenderla, ma in una lettera sono prevalentemente collocate nelle Consolationes, un genere letterario che richiedeva simili la definisce considerazioni, in quanto efficaci per alleviare il lutto; inoltre, in una celebre epistola (102, «un bel sogno . 1) Seneca definisce l immortalità «un bel sogno . à Utagawa Kuniyoshi, La principessa e lo spettro scheletro, xilografia, ca 1844. Londra, British Museum. 76

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Età imperiale