PLUS - Un apocrifo celebre: l’epistolario fra Seneca e san

L autore Seneca Ancora, oltre alle orazioni per cui era celebre fin dalla giovinezza, sono andati perduti, salvo sporadici frammenti, numerosi testi di filosofia morale, dedicati sia a temi specifici (come il De matrimonio e il De superstitione) sia generali, come le Exhortationes e i Moralis philosophiae libri. Un apocrifo celebre: l epistolario fra Seneca e san Paolo Tutti gli autori famosi condividono un destino: vengono attribuite loro anche opere che non hanno scritto, legate alla loro fortuna o a vicende particolari della loro vita. Queste opere vengono definite apocrife o spurie. Per Seneca, i casi più eclatanti sono l Hercules Oetaeus, l Octavia, gli Epigrammi una raccolta di carmi brevi fra cui spiccano quelli incentrati su tematiche autobiografiche, come l esilio in Corsica e, appunto, l epistolario con san Paolo. Paolo di Tarso, ebreo convertito al cristianesimo degli inizi e divenuto, con Pietro, la colonna portante della nuova religione, visse molto tempo a Roma, dove fu incarcerato e subì il martirio, proprio negli anni di Seneca. Questo fatto, insieme all incontro con il fratello di Seneca, Gallione, che lo giudicò in tribunale durante la sua procura in Acaia (à p. 56), fece nascere la leggenda, priva di fondamento storico, secondo cui i due si sarebbero incontrati, e addirittura Seneca sarebbe stato indotto alla conversione. La creazione di questa falsa notizia si deve anche alle affinità che la filosofia senecana dimostra con il cristianesimo, per esempio a proposito della sopportazione del dolore, della svalutazione del corpo e dei beni esteriori. Non a caso, tutti i cosiddetti Padri della Chiesa (cioè quegli autori di scritti teologici e filosofici vissuti nei primi secoli) mostrano una predilezione per Seneca. In questo contesto fu composto un carteggio che Seneca avrebbe scambiato con Paolo. Nelle 14 brevi lettere (7 per ciascuno) che i due, entrambi eruditi, entrambi autori di epistole, si sarebbero scambiati, si trovano professioni di amicizia, considerazioni stilistiche, idee religiose, ma anche dettagli storici (come l identità del console dell anno, modalità tipicamente romana di datare gli scritti, che però il vero Seneca non usa mai) e formule tipicamente cristiane come l appellativo frater, fratello . Stilisticamente, le missive sono molto lontane dalle finezze di entrambi gli autori, dei quali cercano invano di imitare alcuni tratti. Il periodo preciso di composizione di quest opera è incerto, ma san Girolamo (IV secolo) mostra di conoscerla. Se i primi cristiani apprezzano molto Seneca, d altra parte nessuno di essi sembra considerarlo un convertito, dunque è tuttora misteriosa l origine della leggenda di questo Seneca cristiano (si pensi a quella analoga relativa a Stazio, illustrata da Dante in Purgatorio XXI). Andrej Rubl v, Icona di san Paolo, ca 1407. Mosca, Galleria Tret jakov. 73

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale