6. Apokolokỳntosis

L ET IMPERIALE in breve 6. Apokoloky`ntosis L Apokoloky`ntosis è La satira contro Claudio L opera è una satira menippea cioè un testo che alterna prosa una satira feroce contro e versi, secondo un usanza tradizionalmente attribuita all autore greco Menippo di Gadara Claudio, che aveva (IV-III secolo a.C.) che ha come bersaglio l imperatore Claudio; la stesura, infatti, va relegato Seneca collocata subito dopo la morte di quest ultimo, nel 54 d.C. in Corsica per nove anni: l imperatore Il titolo stesso, pare, è un gioco di parole tra due termini greci, apotheosis ( divinizviene presentato come zazione ) e kolòkynta (zucca), dunque zucchificazione o divinizzazione di uno zucignorante, ottuso cone : il neologismo è confezionato facendo riferimento alla pratica invalsa a partire dalla e crudele. Claudio in nudità eroica, I secolo d.C. Parigi, Museo del Louvre. morte di Augusto di divinizzare gli imperatori dopo la morte, nonché alla stupidità di Claudio. La mancanza di riferimenti specifici alle zucche nel testo non è significativa, visto che questo ortaggio già nell antichità era associato simbolicamente all ottusità e alla limitatezza di comprendonio. Il tono è ferocemente sarcastico e critico nei confronti dell imperatore, e colpisce il suo comportamento in politica (la crudeltà, gli omicidi gratuiti, la dipendenza dai liberti), i suoi difetti fisici (la balbuzie, la zoppia), ma anche i suoi interessi culturali (la grammatica, la storia) e le sue origini non italiche (Claudio era di Lione: curioso che l origine straniera gli venga rinfacciata da un nativo di Cordova); soprattutto, il sovrano viene caratterizzato come ottuso, al punto che per capire di essere morto deve assistere al suo funerale. Dopo la sua dipartita, Claudio viene ammesso al cospetto di Giove che, non comprendendo la sua lingua (era un appassionato di arcaismi e aveva un difetto di pronuncia), chiama Eracle in aiuto. Di fronte all elenco delle sue colpe, Augusto stesso si esprime contro la divinizzazione. Claudio viene dunque precipitato negli Inferi, dove subisce un processo e viene condannato a giocare a dadi con un bossolo forato: ma Caligola lo reclama come schiavo, e lo affida a un suo liberto. La satira, dove evidentemente trova sfogo il livore contro l imperatore che lo aveva relegato in Corsica per nove anni, si pone in netto contrasto con le opere adulatorie di Seneca indirizzate allo stesso Claudio, a partire dalla Ad Polybium (à p. 62). Non a caso, quest opera gli è costata non infondate accuse di ipocrisia fin dall antichità: negli stessi giorni in cui scrive questo testo, infatti, Seneca compone l elogio funebre di Claudio pronunciato dal giovane Nerone. 7. Opere perdute: scienza e morale Fra le opere perdute di Seneca, ci sono due testi etnografici su India ed Egitto (De situ Indiae e De situ et sacris Aegyptiorum), che avrebbero sicuramente suscitato interesse; la prima doveva essere basata prevalentemente sui racconti dei mercanti, mentre per la seconda l autore possedeva informazioni di prima mano, avendo soggiornato per lungo tempo in Egitto, dove la sua famiglia possedeva numerosi appezzamenti terrieri; qualcosa di quest opera è travasato nel libro dedicato al Nilo delle Naturales quaestiones (à p. 67). 72

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale