ARNOBIO

DAL TARDOANTICO AL MEDIOEVO 2. Qual è in sostanza l invito che Cecilio rivolge ai cristiani? Da quali constatazioni è sostenuto il suo punto di vista? ANALISI 3. Quale figura retorica riconosci nell espressione Sed omitto communia (r. 3)? Spiegala in generale e in base al contesto. 4. Che tipo di proposizione è Nonne Romani sine vestro deo imperant (r. 6)? Qual è il suo valore particolare , dato l avverbio che la introduce? Come spieghi questo uso in relazione al contesto? COMPETENZE ATTIVE Per discutere in classe Le osservazioni di Cecilio a Ottavio circa l inutilità del Dio dei cristiani incapace non solo di sottrarre alla sofferenza i propri fedeli, ma anche responsabile del loro estraniamento dalla società rispecchia una visione opportunistica della religione. Nei primi anni del Novecento il teologo Dietrich Bonhoeffer (1906-1945), divenuto oppositore di Hitler e impiccato in un campo di concentramento il 9 aprile del 1945, invita a «non attribuire a Dio il ruolo di tappabuchi (Resistenza e resa: lettere e appunti dal carcere, lettera del 29/05/1944, Bompiani, Milano 1970). Soffermati a considerare il senso di questa affermazione alla luce di approfondimenti sulla figura di Bonhoeffer e organizza una discussione con i tuoi compagni e l insegnante per confrontarvi sui punti di forza e di debolezza di questa visione teologica. ARNOBIO La vita e l opera Apologeta di spicco, attivo in contesto africano a Sicca (l odierna città tunisina di El Kef) prima del 311 d.C., Arnobio si converte al cristianesimo dopo essere stato un pagano estremamente avverso ai cristiani e fermo sostenitore dei culti e dei valori tradizionali. Della sua conversione, avvenuta dopo un sogno, egli mette al corrente il vescovo di Sicca e per convincerlo della sua autenticità compone l Adversus nationes, un opera in sette libri in cui difende la nuova fede con una condanna del paganesimo, attraverso un approccio prevalentemente filosofico e neoplatonico. Nel libro I egli confuta le accuse dei pagani verso i cristiani, nel II tratta della convergenza tra filosofia pagana e cristianesimo toccando problemi come l immortalità dell anima, nel III condanna l antropomorfismo religioso, nel IV la creazione di divinità minori e la mitologia, nel V i culti misterici, nel VI i templi e le statue e infine nel VII i culti pagani. Il cristianesimo per Arnobio si configura, infatti, come una sorta di filosofia perfetta e non è sentito tanto come religione, né egli tocca nodi dottrinari o problemi di natura teologica. Anzi, il testo è piuttosto povero di citazioni bibliche e la competenza stessa di Arnobio in materia biblica è dubbia. La critica ha in effetti evidenziato il suo forte debito nei confronti della formazione filosofica pagana come l epicureismo e il neoplatonismo, dal quale Arnobio trae l idea dell esistenza di demoni come intermediari tra Dio e l uomo e la convinzione dell esistenza di una figura di demiurgo (cioè una divinità inferiore) in sottordine a Dio. Si rileva inoltre l uso (probabilmente non sempre diretto) di fonti antiche greche e latine, tra le quali hanno priorità come modelli Varrone e Lucrezio. da notare altresì che Arnobio introduce nel testo anche una serie di elementi non ortodossi e riconducibili a credenze di origine gnostica e sincretistica (derivate, cioè, dalla fusione di motivi e concezioni religiose differenti). 704

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale