5. Le tragedie

L ET IMPERIALE in breve 5. Le tragedie Nelle tragedie di Il regno del male La tensione e l esortazione verso la virtù che pervadono le opere in prosa Seneca dominano le sono sostituite nelle tragedie dal dominio assoluto del male, della passione (quasi sempre passioni incontrollate, l ira) cieca, totalizzante e distruttiva. In queste opere che, com è ovvio, riflettono norme e in particolare l ira e la gusto delle convenzioni del genere letterario non si può pretendere di ritrovare una perfetta brama di potere. coerenza con i principi stoici enunciati nella produzione in prosa; attraverso di esse, inoltre, Seneca sembra voler rappresentare l altra faccia del cosmo, ossia il mondo precipitato nel caos a seguito della perversione umana innescata dalla brama di potere (à pp. 162-163). Le tragedie sono scritte Testi da recitare o da leggere? Le tragedie di Seneca sono le uniche della letteratura in metri vari e suddivise latina classica giunte fino a noi; per lungo tempo, fino al XVII secolo, furono attribuite a un in atti e cori. Non si sa se omonimo. Sono scritte in metri vari (in particolare, ricorre il trimetro giambico nelle parti siano state scritte per la dialogiche) e sono suddivise in atti (sezioni narrative o dialogiche) intervallati da cori (serappresentazione o per la lettura. zioni riflessive o digressioni). Ancora non si è riusciti, nonostante l imponente lavoro critico, a determinare se questi testi, piuttosto carenti sul piano della tecnica teatrale, siano stati effettivamente rappresentati oppure concepiti per la sola lettura, magari drammatizzata, cioè recitata ; fa propendere per questa seconda ipotesi la mancanza di chiare indicazioni relative tanto all entrata e all uscita dei personaggi, quanto all inizio dei loro discorsi; inoltre, contrariamente all uso antico, molti avvenimenti macabri sono rappresentati in scena. Nonostante l impossibilità di arrivare a risposte certe, è fuori discussione il fatto che le tragedie abbiano esercitato un fascino e una suggestione notevoli anche come modelli di scrittura teatrale, come dimostra la fortuna ininterrotta di cui hanno goduto, soprattutto nel Seicento (à p. 80). Nulla è dato sapere sulla cronologia di queste opere, intorno alle quali sono fiorite le ipotesi più diverse: esercizi giovanili, scritti educativi rivolti a Nerone, testi di critica della tirannide... Ogni collocazione in un determinato periodo della vita dell autore cambia completamente la prospettiva interpretativa dei testi. Come quella dei Dialoghi, la successione dei titoli nei codici che ci tramandano l opera di Seneca non è dovuta all autore, e dunque non è di aiuto; l analisi formale, fondata sullo studio della struttura compositiva e di alcuni tratti peculiari come l alternanza di metri diversi, ha permesso di individuare dipo e Tieste come le due tragedie più curate, mature e felici dal punto di vista stilistico, dunque probabilmente fra le ultime composte dall autore. I soggetti delle tragedie La propensione a rappresentare il vizio e il macabro I miti affrontati sono diversi, sono tratti dalla saga tratti di preferenza dalla saga tebana (Oedipus, Phoenissae) e da quella micenea (Agamemtebana e da quella non, Thyestes); il modello principale è il drammaturgo greco Euripide (V secolo a.C.), ma la micenea. In esse il maggior parte dei titoli ricorrevano anche nella tragedia latina arcaica, il cui naufragio non protagonista incarna un vizio, portandolo ci permette di valutare quanto sia stata rilevante come fonte di Seneca. Dal punto di vista all estremo, e serve formale, sono individuabili molte affinità con la poesia di Ovidio, autore a sua volta di una come esempio negativo Medea per noi perduta. dello stravolgimento della ragione. Le tragedie sono In linea di massima, tutte le tragedie presentano un protagonista che incarna un vizio caratterizzate da un forte portato all estremo (per esempio, treo e Medea l ira, Fedra la passione amorosa), secondo gusto del macabro. un processo analogo e inverso rispetto al saggio, che rappresenta la perfezione della virtù. Questa condizione comporta uno stravolgimento della ragione, che viene asservita alla corruzione morale e dunque escogita piani perfetti per raggiungere i suoi obiettivi, come la vendetta; a tale stravolgimento corrisponde un analoga alterazione del mondo naturale, per cui gli elementi non rispondono più alla loro natura: per esempio, il sole si annebbia, si 70

Tua vivit imago - volume 3
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Età imperiale