Tua vivit imago - volume 3

Il contesto storico La crisi del III secolo e il dominato in breve getto alla propria autorità. per questa ragione che molti sovrani introducono o aderiscono a nuovi culti, generalmente a carattere monoteistico: hanno bisogno di costruire attorno a sé una cornice culturale che permetta loro di esprimere l indiscussa sovranità, indicando nella loro persona la manifestazione terrena del volere divino. Di conseguenza, la figura imperiale va via via definendosi con tratti semidivini: si colloca, cioè, in posizione intermedia fra l uomo e la divinità, e assurge a garante dell ordine universale (à vedi sotto). I mille anni di Roma Dopo l assassinio di Alessandro Severo si succedono numerosi sovrani, fra imperatori ufficialmente riconosciuti e usurpatori, che spesso detengono il potere in contemporanea. Contro Massimino il Trace si fa avanti Gordiano, proconsole d Africa, che associa al potere il proprio figlio, noto come Gordiano II. Pur avendo ottenuto il riconoscimento da parte del Senato, la loro ribellione è rapidamente domata dalle truppe di Massimino: Gordiano II cade in battaglia e il padre si suicida. Il Senato decide allora di creare un apposita magistratura composta da venti ex consoli rei publicae curandae ( per la cura dello Stato , cioè incaricati di difendere le istituzioni da eventuali rappresaglie degli imperatori deposti), fra i quali i più autorevoli sono Pupieno e Balbino. Nel 238 d.C. Massimino si dirige verso Roma per eliminare gli avversari, ma muore durante l assedio di Aquileia, città che ha deciso di opporsi alla sua avanzata. Nel frattempo, i pretoriani uccidono Pupieno e Balbino, e acclamano imperatore il giovanissimo nipote di Gordiano, Gordiano III. Il ragazzo trova la morte pochi anni più tardi, nel 244 d.C., durante una disastrosa campagna contro i Persiani, che puntano a conquistare le province orientali dell impero. Al posto di Gordiano III il potere passa al suo prefetto del pretorio, Filippo detto l Arabo per via delle sue origini. Firmata una onerosa pace con il sovrano persiano, Filippo torna a Roma: qui, il 21 aprile 248, celebra con i fastosi Ludi saeculares i mille anni dalla fondazione di Roma; l anno successivo viene assassinato. A quel punto il potere passa nelle mani di Decio, comandante delle truppe sul fronte danubiano, ma il suo principato ha breve durata: Decio muore nel in questo modo coloro che si trovano ai margini della società romana hanno la possibilità di sentirsi parte di una comunità e di soddisfare il loro desiderio di riscatto sociale, sia pur nell aldilà. Tali culti hanno una prospettiva tendenzialmente monoteistica, anche in virtù dell influenza esercitata dalla diffusione, a partire dall età ellenistica, del pensiero filosofico: le sue varie correnti (lo stoicismo, l epicureismo, il neoplatonismo) affermano infatti, benché in for- Scoppiano le guerre civili e il trono passa da un sovrano all altro. Fra questi, Decio è il primo imperatore a perdere la vita in battaglia; Valeriano muore prigioniero dei Persiani. me diverse, l importanza dell etica, la struttura armonica e regolare dell universo, l esistenza di un principio divino unico comune a tutto. Si tratta, comunque, di culti che si inseriscono senza troppe difficoltà all interno dell impero, poiché concepiti in un contesto politeistico. Quando, in seguito alle trasformazioni che interessano l impero, la figura del sovrano conosce un evoluzione in senso monarchico, la promozione del culto imperiale si lega a tali forme monoteistiche, spesso favorendone la diffusione e adottandole: considerare l imperatore il tramite fra l uomo e il divino, infatti, permette di consolidare l autorità imperiale e contribuisce a mantenere compatto l impero. Rilievo policromo nel mitreo sotto la basilica di Santo Stefano a Roma, centro di culto dei seguaci del mitraismo, una delle religioni misteriche più diffuse nell impero nel III secolo d.C. 683

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Età imperiale