2. L’anarchia militare

DAL TARDOANTICO AL MEDIOEVO in breve 2. L anarchia militare Massimino il Trace, Il principato della svolta Con l assassinio di Alessandro Severo si apre per la storia di soldato di umili origini, Roma il periodo definito dagli storici di anarchia militare (235-283 d.C.). La minaccia dei diventa imperatore: Persiani, assieme all instabilità del fronte renano-danubiano, provoca una profonda crisi la novità dimostra che dell impero. Le nuove necessità militari, infatti, richiedono un impegno sempre più onel esercito ha un ruolo dominante e che l impero roso: il confine da difendere è molto esteso, le spese militari diventano ancora più ingenti, si identifica nell apparato il potere detenuto dai vari comandanti, assieme al malcontento che serpeggia fra le truppe, militare. à Massimino il Trace. favorisce il verificarsi di numerose insurrezioni in varie zone dell impero. Il principato di Massimino il Trace (235-238 d.C.) costituisce un momento di svolta: abbiamo già visto che le fonti antiche parlano di questo imperatore come di un soldato di umili origini, violento e ignorante (à p. 681); in tale spietata descrizione dobbiamo riconoscere l ostilità della vecchia classe dirigente per il nuovo corso verso cui si sta avviando l impero. In questa fase storica, infatti, l elemento militare prende il sopravvento: la necessità di difendere i confini e mantenere la sicurezza rafforza enormemente il ruolo dell esercito, ribaltando il tradizionale equilibrio che vedeva nelle legioni lo strumento al servizio di Roma e della sua élite. L impero, dunque, comincia a identificarsi sempre più strettamente con il suo apparato militare, al cui servizio quasi esclusivo è dedicata la struttura amministrativa e, soprattutto, il meccanismo di esazione fiscale. La sovranità consiste in un Potere assoluto La figura dell imperatore subisce una trasformazione analoga. ormai potere assoluto basato sulla lontana l epoca in cui il princeps poteva presentarsi come guida della res publica e dei suoi forza militare, e l adesione valori, ponendosi, almeno formalmente, come mediatore fra il Senato e il popolo di Roma: a nuovi culti fornisce è ormai diventato un vero e proprio sovrano, detentore di un potere assoluto basato esclualla figura dell imperatore tratti semidivini. sivamente sulla forza militare che vede nel Senato un semplice organismo burocratico sog- Le nuove religioni Secondo la religione romana tradizionale, ogni aspetto della realtà si trova sotto la protezione di una particolare divinità: in origine, infatti, essa ha un carattere fortemente animistico, ossia attribuisce proprietà spirituali a determinati elementi, oggetti o qualità fisiche. Col tempo, anche attraverso il contatto con popolazioni differenti, fanno il proprio ingresso nel pantheon romano nuove divinità, che vanno ad aggiungersi e spesso ad assimilarsi alle precedenti. Durante l età augustea vi è, assieme al recupero dei valori tradizionali, una promozione del sentimento religioso; in particolare, si favorisce il culto dei Lares, gli dèi protettori della famiglia, e si associa a essi la figura dell imperatore, quasi fosse il capofamiglia di tutti i Romani. Questa trasformazione avviene in maniera più radicale in Oriente, dov è diffusa una diversa conce- 682 zione della divinità: la tradizione greco-orientale, infatti, ammette la presenza di figure eroiche, ossia esseri umani dalle qualità eccezionali che possono vantare un ascendenza divina. Nelle regioni orientali, dunque, l imperatore diventa oggetto di un vero e proprio culto. Contemporaneamente a queste trasformazioni, a partire dal II secolo a.C. cominciano a diffondersi a Roma dei culti religiosi dal carattere misterico, ossia riservati ai soli iniziati. Molti di questi culti, di origine greco-orientale, sono caratterizzati dalla credenza in una vita ultraterrena, che spesso viene considerata la tappa finale di un percorso che prevede l iniziazione, il rispetto di determinati precetti durante la propria vita, l adozione di particolari rituali funebri. Credenze religiose di tal genere sono diffuse innanzitutto fra i non Romani e i cittadini appartenenti ai ceti più poveri:

Tua vivit imago - volume 3
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Età imperiale