Tua vivit imago - volume 3

Il fantastico e l orrore 10 15 20 logi una buona volta la imbrocchino, loro che, da quando è diventato principe, tutti gli anni, tutti i mesi gli fanno la sepoltura. E tuttavia non c è da meravigliarsi se sbagliano e nessuno conosce la sua ora: nessuno infatti l ha mai considerato nato.4 Fa ciò che bisogna fare: consegnalo alla morte, lascia che uno migliore regni nella vacante reggia5 . Ma Cloto: «Io, per Ercole6 dice, «volevo aggiungergli un pochettino di tempo, finché concedesse la cittadinanza a questi pochini che restano aveva stabilito infatti di vedere tutti quanti in toga: Greci, Galli, Ispani, Britanni7 , ma poiché sembra conveniente che qualche straniero sia lasciato per semenza e tu comandi che così si faccia, così sia fatto . Apre allora una cassettina e tira fuori tre fusi: uno era di Augurino, il secondo di Baba8 e il terzo di Claudio. «Questi tre dice «li farò morire nel giro di un anno distanziati da brevi intervalli di tempo, e lui non lo lascerò andare senza compagnia. Non è bello, infatti, che chi poco fa si vedeva tante migliaia di persone dietro, tante davanti, tante intorno, tutto a un tratto sia lasciato solo. Per adesso si accontenterà di questi compagni . (trad. L. De Biasi) 4. nessuno nato: espressione proverbiale e metaforica per indicare disprezzo verso qualcuno. 5. consegnalo reggia: è un verso di Virgilio (Georgiche IV, 90). 6. per Ercole: formula impiegata dagli uomini e, in genere, dai maschi: l effetto è quindi comico in bocca a una divinità femminile. 7. concedesse Britanni: allusione alla politica di Claudio di ampia concessione della cittadinanza ai provinciali. La frase è ovviamente ironica, come quelle che la precedono e la seguono. 8. Augurino Baba: personaggi di fantasia, i cui nomi possono suscitare associazioni comiche (Augurino, di buon augurio ; Baba, sciocco ). DI TESTO IN TESTO Il poeta francese Charles Baudelaire (1821-1867) riteneva che Francisco Goya (1746-1828), con le sue incisioni e i suoi disegni colorati a china, avesse aperto nuovi orizzonti alla satira e alla caricatura, affondando «nel comico feroce e innalzandosi fino al «comico assoluto , creando un «mostruoso verosimile . Ecco una dichiarazione d intenti del pittore: «L autore, essendo persuaso del fatto che la censura degli errori e dei vizi umani (benché propria dell Eloquenza e della Poesia) possa anche essere oggetto della Pittura, ha scelto come argomenti adatti alla sua opera, tra la moltitudine di stravaganze e falli comuni di ogni società civile, e tra i pregiudizi e menzogne popolari, autorizzati dalla consuetudine, dall ignoranza o dall interesse, quelli che ha ritenuto più idonei a fornir materia per il ridicolo e a esercitare allo stesso tempo la fantasia dell artefice . (Francisco Goya, Diario de Madrid , 6 febbraio 1799) FINO A TE Secondo Goya, dunque, la satira si è servita anche delle arti visive per biasimare il comportamento della gente comune, ma soprattutto l operato dei potenti, spesso invischiati in attività illecite o immorali. Cerca in rete le immagini più rappresentative dei Capricci di Goya, una raccolta di incisioni in cui l invettiva morale è rappresentata e accresciuta dalla rappresentazione grottesca; seleziona tra esse quelle che si riferiscono ai sovrani e ai potenti del suo tempo e metti in luce gli elementi iconografici che, sfruttando la dimensione del fantastico e dell orrido, sanno mettere meglio in rilievo i tratti inquietanti del potere politico. 671

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Età imperiale